Clinica dentistica deserta: decine di pazienti senza cure già pagate

È caos attorno alla Dental Hospital. Il direttore sanitario s’è dimesso: «Lo stipendio manca da 6 mesi». Tra i clienti c’è chi ha acceso finanziamenti da migliaia di euro
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Le spese dentistiche sono pagate, ma la clinica è deserta
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C’è chi le cure le ha completate e si preoccupa per i controlli successivi mai messi in agenda. Chi invece ha già pagato, ma è rimasto letteralmente a bocca aperta. In attesa di un dentista che in questo momento però non c’è.

È caos attorno alla Dental Hospital, una clinica dentistica privata attiva in città dal 2018, a due passi dagli Spedali Civili, con il 22,5% del capitale sociale sotto sequestro preventivo disposto dal tribunale di Brescia per una vicenda legata ad un socio, quattro riuniti odontoiatrici, un importante pacchetto clienti e che improvvisamente ha chiuso i battenti.

Senza risposta

Al telefono fisso non risponde nessuno, il sito internet «è in manutenzione», i pazienti affidano ai social preoccupazione e rabbia e il caso è arrivato sul tavolo dell’Ordine degli odontoiatri di Brescia. «Il direttore sanitario si è dimesso e senza questa figura non possiamo andare avanti. In dieci giorni saremo in grado di dare risposte» spiega al telefono l’amministratore unico della società, un odontoiatra che non risulta iscritto a nessun albo italiano e che ha domicilio in Romania.

«I pazienti? Saranno affidati temporaneamente ad altre strutture». Al momento però non risulta. Quello che è emerge è una situazione finanziaria complessa. «Sono rimasto nella compagine societaria fino a gennaio scorso quando ne sono uscito. A quanto so il gruppo è in difficoltà e capisco le preoccupazioni dei pazienti. Ho parlato con alcune persone che erano in cura ma non so come intervenire. In questo momento abbiamo le mani legate» racconta un ex socio di primo piano della clinica odontoiatrica privata al centro di un caso che coinvolge decine e decine di famiglie.

Tra quelle dei lavoratori – da visura i dipendenti sono sei e molti collaboratori esterni – e quelle dei pazienti alcuni dei quali hanno acceso finanziamenti per poter pagare interventi già saldati, ma non completati. «Da sei mesi non percepivo lo stipendio ed è per questo che mi sono dimesso. La situazione è grave e poteva essere evitata» conferma l’ex direttore sanitario. Come lui altri dipendenti non vedrebbero lo stipendio da tempo.

La voce degli odontoiatri bresciani

«Si ripete un film già visto più volte anche recentemente dove la struttura odontoiatrica cessa improvvisamente l'attività e i pazienti vengono puntualmente lasciati a piedi senza informazione né assistenza» interviene Gianmario Fusardi, presidente degli odontoiatri bresciani. «Si tratta di un copione già scritto che non intendiamo accettare e che torniamo a denunciare con forza al cospetto dell’opinione pubblica. Queste vicende ci confortano che è necessario continuare a chiedere alla classe politica di assumersi una maggiore responsabilità e che a fronte della possibilità di prestare servizi odontoiatrici anche a chi non dispone dei requisiti professionali (come tutte le società di servizi in genere) faccia da contraltare la presenza di adeguate garanzie, consistenti per esempio in un capitale sociale minimo adeguato che non può essere di 10mila euro, in polizze fideiussorie o - conclude Fusardi - altri mezzi di tutela».

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