Chiude la storica casa del commercio «equo e solidale» di Rovato

Fu la prima ad aprire in Lombardia nel 1987 e traslocò più volte fino ad arrivare in via Castello
L'interno del negozio equo e solidale di Rovato
L'interno del negozio equo e solidale di Rovato
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Sabato 10 febbraio, in via Castello 15, la serranda si abbasserà - senza rialzarsi - sulla casa del commercio equo e solidale. La bottega rovatese di Altromercato chiude i battenti. Dietro la scelta «il momento difficile che vive il commercio in generale e il mondo dell’equo in particolare», spiegano dalla centrale bresciana, l’ex Cooperativa di solidarietà, che nel 2017 si è fusa con la cooperativa milanese Chico Mendes Altro Mercato.

La chiusura della bottega rovatese, dal 2011 ospitata nei locali di fronte alla Parrocchia Santa Maria Assunta, non è una notizia qualunque. Proprio a Rovato infatti nel 1987 nacque il primo spazio equo-solidale di tutta la Lombardia e uno dei primissimi in Italia, se si escludono alcune esperienze partite nello stesso periodo in Alto Adige, su spinta di un movimento radicatosi già dagli anni Settanta nell’Europa settentrionale. La prima sede rovatese fu quella di piazza Palestro, oggi occupata - segno dei tempi - da un distributore automatico di snack, bevande di marca e caffè solubile.

L’idea iniziale

L’idea di mettere in collegamento diretto piccoli produttori del Sud del mondo con i mercati più ricchi del Nord, garantendo un’equa retribuzione e condizioni di vita e lavoro sostenibili, portò i volontari rovatesi, nei primi anni Novanta, a creare la Cooperativa di solidarietà, approdata poi con il passare degli anni a Brescia e in altri punti della provincia.

La fiammella rovatese, però, non si è mai spenta, tanto che nel 2006 in via Cantù 26 i giovani dell’associazione «Il Dito e la Luna» decisero di aprire la nuova «Bottega dei Popoli». L’interesse di un’ampia fascia di clienti portò, un lustro dopo, al trasferimento in uno spazio più ampio, i 170 metri quadrati di via Castello 15, animati durante gli ultimi tredici anni da una comunità di consumatori di mezza Franciacorta e da una ventina abbondante di volontarie, quasi unicamente donne rovatesi.

Il messaggio

Ora, però, è arrivata la parola fine, sancita ufficialmente dal cartello appeso sulla vetrina: «Questa bottega chiuderà definitivamente il 10 febbraio. Ringraziamo tutti i clienti e i partner del territorio che ci hanno sostenuto per tutti questi anni».

La speranza è che, come già accaduto in passato, l’esperienza possa tornare presto a risorgere dalle ceneri per far sì che Rovato e la Franciacorta, ancora una volta, si possano riscoprire un po’ più eque e solidali. Non sarebbe cosa da poco, visti i tempi.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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