Che cos’è il fentanyl e perché se ne sta parlando in Italia

La Redazione Web
Per la prima volta sono state trovate tracce dell’oppioide sintetico in una dose di eroina sequestrata a Perugia. Il fentanyl ha causato enormi problemi di salute pubblica negli Stati Uniti negli ultimi decenni e il governo italiano ha diffuso un piano di prevenzione
Una fiala di fentanyl analizzata in laboratorio - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Una fiala di fentanyl analizzata in laboratorio - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Da alcuni giorni i giornali italiani stanno pubblicando numerosi articoli sul fentanyl, un oppioide sintetico che da alcuni decenni ha creato enormi problemi di salute pubblica negli Stati Uniti. Nasce tutto dal fatto che per la prima volta in Italia sono state trovate tracce di fentanyl in una dose di eroina sequestrata a Perugia alcune settimane fa.

Il 30 aprile è stato quindi attivato il Sistema nazionale di allerta rapida per le droghe, coordinato dal Dipartimento per le politiche antidroga, che ha diffuso un’allerta a tutte le forze di polizia e alle amministrazioni competenti. È stato inoltre attivato il Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio di fentanyl e di altri oppioidi sintetici, presentato il 12 marzo dal governo, che prevede una serie di azioni per prevenire e contrastare l’oppioide sintetico. Si tratta, appunto, di azioni di prevenzione e contrasto da attuare nel caso in cui la diffusione del fentanyl dovesse rappresentare un’emergenza, cosa che attualmente non è nel nostro paese.

Cos’è il fentanyl

Durante la presentazione del Piano a metà marzo, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha parlato del fentanyl come di una «droga degli zombie, perché trasforma gli assuntori in mostri che camminano», un’espressione forte ma sbagliata, come è stato spiegato dall’Istituto superiore di sanità (Iss). Viene etichettata come «droga degli zombie» una preparazione di eroina o di fentanyl tagliati con la xilazina, anestetico e miorilassante veterinario poco presente in Italia ma usato sul mercato illegale internazionale. Non quindi il fentanyl da solo.

Il fentanyl è un farmaco sintetizzato per la prima volta negli anni Sessanta. Appartiene alla famiglia degli oppioidi, come la morfina e l’eroina, ed è utilizzato come anestetico e analgesico, quindi per ridurre la percezione del dolore. Insieme ad altri farmaci viene infatti usato per anestetizzare i pazienti prima delle operazioni chirurgiche e per trattare casi di dolore cronico, come quello di tipo oncologico. È molto più potente della morfina: cento microgrammi di fentanyl equivalgono più o meno a 30 milligrammi di morfina.

Come agisce il fentanyl

In un articolo pubblicato sul magazine dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, si spiega che, come gli altri oppioidi, il fentanyl agisce su recettori particolari, i recettori oppioidi. Quando vengono stimolati, riducono da una parte la trasmissione degli impulsi nervosi del dolore e dall’altra inducono uno stato di euforia. Le persone che soffrono di dolori cronici, come i malati di cancro, e assumono fentanyl si sentono più rilassate e dicono di provare meno dolore. Chi lo assume come droga ricerca sia il senso di rilassatezza sia l’euforia.

Come si assume

Il fentanyl viene assunto principalmente tramite cerotti, pastiglie e iniezioni. È commerciato con nomi come Actiq, Durogesic e Sublimaze, e viene distribuito esclusivamente dietro ricetta medica. Si usa sotto stretto controllo medico: è molto facile infatti sviluppare dipendenza dal fentanyl anche in seguito a un uso ripetuto a breve termine. Per questa ragione, quando in clinica si decide di interrompere il trattamento è consigliabile una riduzione lenta e graduale del dosaggio per evitare alla persona che lo ha assunto i sintomi dell’astinenza.

Da anni però il fentanyl viene prodotto e commerciato anche illegalmente: da solo o in combinazione con eroina, pillole contraffatte e cocaina, è alla base della terza ondata di epidemia da oppiacei e morti per overdose negli Stati Uniti, iniziata nel 2013, come racconta bene Enrico Bucci in questo approfondimento uscito su il Foglio a novembre.

Gli effetti collaterali

I danni alla salute provocati dal fentanyl sono elencati nella scheda pubblicata sul sito del Dipartimento della pubblica sicurezza. Si tratta di un oppioide molto potente: è facile andare in overdose, anche inavvertitamente, e pochi milligrammi possono essere letali. Prendere il fentanyl a lungo aumenta la tolleranza e i pazienti devono assumerne quantità maggiori per ottenere gli stessi effetti.

Quando si interrompe la somministrazione è possibile che subentrino i sintomi tipici dell’astinenza, come sudorazione, ansia, diarrea, dolore alle ossa, crampi e brividi. Gli effetti collaterali, tipici degli oppioidi sintetici, sono aggravati quando si mischia il fentanyl con eroina, cocaina, alcol o altri depressori del sistema nervoso centrale, come le benzodiazepine.

L’epidemia negli Stati Uniti, in breve

Negli anni Novanta si creò negli Stati Uniti la classica tempesta perfetta. Stava crescendo la sensibilità dell’opinione pubblica rispetto alla necessità di trattare il dolore cronico e al contempo alcune aziende farmaceutiche iniziarono campagne pubblicitarie molto aggressive sugli oppioidi, elogiandone i benefici e dando poche informazioni sui rischi che potevano comportare. Tra queste la Purdue Pharma, che in quel periodo mise sul mercato l’ossicodone, commercializzato come OxyContin. Questo storia è stata raccontata di recente in una mini serie di Netflix che ha avuto molto successo, «Painkiller».

La strategia funzionò bene e l’OxyContin iniziò a essere distribuito in modo massiccio. Presto si sviluppò anche un mercato nero e i medici iniziarono ad abusare delle prescrizioni di ossicodone. Molti pazienti cominciarono a prolungarne l’assunzione, ma soprattutto molte persone della cerchia familiare e amicale cominciarono ad assumere le pillole al di fuori della prescrizione, creando una prima sacca di consumatori ricreazionali degli oppioidi prescrivibili. Questo favorì l’ingresso nel mercato di sostanze sempre più potenti e pericolose, come appunto il fentanyl.

La sacca si è così espansa, aumentando una domanda che durante la prima fase dell’epidemia da oppioidi era stata soddisfatta con un eccesso di prescrizioni, spiega Bucci. 

Negli Stati Uniti le morti per overodose da farmaci cominciarono ad aumentare vertiginosamente: si stima che dal 1999 siano morte più di 800mila persone. Dopo anni di negoziazioni, Purdue aveva accettato di pagare 6 miliardi di dollari di risarcimento per chiudere le migliaia di cause avviate dai familiari di vittime di dipendenza da oppioidi, aggiungendo come clausola fondamentale l’esonero dei membri della famiglia Sackler (i proprietari) da ogni responsabilità. L’accordo era stato approvato da un tribunale di New York lo scorso maggio, ma una divisione del Dipartimento di Giustizia lo ha bloccato, chiedendo alla Corte suprema di rivederlo, che ora deve pronunciarsi.

La situazione oggi

Oggi la situazione negli Stati Uniti non è migliorata, anzi. È in corso quella una terza ondata di dipendenza da oppiodi, iniziata nel 2013, in cui il protagonista è proprio il fentanyl. L’epidemia del farmaco è favorita dalla produzione illegale principalmente in Cina e in Messico. Data la facilità di produzione, il fentanyl viene spesso associato dagli spacciatori ad altre droghe come eroina, cocaina, metanfetamina e MDMA. Ciò significa che spesso i tossicodipendenti finiscono per consumare fentanyl senza sapere di farlo.

In Europa non c'è al momento un’emergenza fentanyl. Secondo gli ultimi dati disponibili dell’European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (EMCDDA), nel 2022 erano state trovate siringhe con tracce di fentanyl in Estonia, Lettonia, Lituania e Praga. L’attenzione però è alta, tanto che il contrasto al fentanyl è stato inserito nell’agenda del G7 dalla presidenza italiana, il cui vertice si terrà in Puglia dal 13 al 15 giugno. In una dichiarazione congiunta diffusa il 29 aprile, i leader del G7 si sono impegnati a «guidare gli sforzi in ambito internazionale per stroncare il traffico di droghe (in particolare quelle sintetiche dagli effetti particolarmente devastanti come il Fentanyl)».

Sebbene attualmente non ci sia un mercato per il fentanyl in Europa, secondo un approfondimento pubblicato su Euronews e un editoriale uscito sull’Economist c’è però il rischio che la droga possa prendere il sopravvento in Europa, come ha riconosciuto l’Agenzia dell’Unione Europea per la Cooperazione con le Forze dell’Ordine (Europol), l’agenzia che assiste le autorità di polizia nei Paesi membri dell’Unione.

I numeri in Italia

In Italia, dal giugno 2016 a oggi il Sistema nazionale di allerta rapida del Dipartimento per le politiche antidroga ha diffuso due comunicazioni per decessi associati all’uso di fentanyl (uno nel 2018 e uno nel 2019), cinque comunicazioni riguardanti intossicazioni non fatali e due segnalazioni relative al consumo riscontrato dall’analisi di campioni biologici di persone in trattamento presso i Serd. Tra il 2018 e il 2023, sono stati sequestrati 123,17 grammi di fentanyl in polvere, 28 dosi in compresse e 37 altre confezioni (cerotti, flaconi e scatole medicinali).

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