Case popolari a San Polo, la protesta: «Lasciati al freddo e al buio»
Un intero quartiere in rivolta. Da via Foro Boario alla Torre Raffaello passando per lo stabile di via Carpaccio, i residenti delle case popolari danno forma plastica ad uno stato di agitazione per rivendicare la dignità della residenzialità pubblica.
Testimonianze
«Vivo qui da quasi 40 anni – racconta un’anziana della Raffaello – e nel corso dell’ultimo inverno siamo stati sei mesi senza riscaldamento. Mi sono ammalata di bronchite». Un altro residente del 15esimo piano denuncia invece «infiltrazioni in casa. Dormo in cucina perché non posso dormire in camera». E poi c’è Salima, che questa mattina è andata in pronto soccorso per la seconda volta in poco tempo perché da mesi l’acqua esce dal pavimento. A causa dell’umidità la sua bambina di tre anni si è anche ammalata.
Le voci che lamentano la totale assenza di manutenzione negli immobili Aler si susseguono in via Carpaccio 27, dove proprio oggi un presidio organizzato da «Diritti per tutti» ha impedito lo sgombero di una famiglia con tre bambini che occupa un appartamento sfitto. «Ce ne sono altri 4 vuoti da circa tre anni solo in questo palazzo – spiega Umberto Gobbi –, ecco perché l’occupazione è un’azione legittima, non ha sottratto nulla a chi ne ha diritto».

La rivendicazione
«Diritti per tutti» rivendica l’azione, «che però con il nuovo Ddl Sicurezza che presto diventerà legge potrà essere oggetto di pene dai 2 ai 7 anni. Così si reprimono le lotte per la casa e ambientali e tutte quelle di dissenso». Ma intanto nella rigida atmosfera davanti alla palazzina è un pullulare di rabbia e dissenso: «Qui siamo quasi tutti anziani e questo immobile cade a pezzi. Abbiamo segnalato ad esempio che le luci sono tutte guaste ed è pericoloso per i residenti accedere allo stabile. Abbiamo sollecitato Aler tantissime volte ma non è mai intervenuta, così abbiamo pagato di tasca nostra un elettricista per ovviare al problema».
Lavori fermi
Nonostante l’intervento dell’assessore Marco Fenaroli già da settembre, Aler non ha fornito certezze circa i tanti interventi di adeguamento necessari in via Carpaccio 27. Ecco perché da due mesi i residenti hanno iniziato uno sciopero del pagamento delle spese condominiali.
«Continueremo a protestare fino a quando non cominceranno i lavori – spiegano dal presidio –. Se non accadrà nulla organizzeremo una mobilitazione più grande e siamo disposti anche ad andare sotto la sede di Aler». Per Gobbi «è un diritto avere alloggi e servizi dignitosi da parte di chi abita nelle case popolari e paga regolarmente. Invece sono considerati cittadini di serie B, se non di serie C». A San Polo il clima tra i residenti delle abitazioni popolari diventa così sempre più rovente e tra le diverse palazzine sta nascendo una vera e propria rete che vuole far sentire la propria voce agli enti competenti, «solo per migliorare le nostre condizioni di vita».
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