Camignone, l’asilo verso la chiusura tra debiti e polemiche

La scuola dell’infanzia di Camignone verso la chiusura dopo oltre 60 anni di storia, tra gli interrogativi di tutta la comunità e le polemiche tra opposizione e maggioranza circa scelte e responsabilità nella vicenda.
Le difficoltà di bilancio
La struttura di via Chiesa, che ospita una ventina di bambini tra materna e nido ed è gestita dalla Fondazione Barboglio, ha annunciato la chiusura, figlia di difficoltà di bilancio ormai storiche, da ben oltre 100mila euro, e della crisi di natalità diffusa. La scelta di ampliare il nido potava essere una soluzione tampone, ma i fondi Pnrr giunti in Municipio proprio per dei nuovi posti nido (slegati dalla paritaria) hanno stoppato il progetto. Il fondo – 400 mila euro per 20 posti nido – poteva essere ottenuto solo se legato a spazi già adibiti per progetti scolastici. Spazi di proprietà comunale posti proprio in via Chiesa che erano stati affittati alla scuola Barboglio e successivamente tolti per ottenere il denaro del Piano nazionale di rinascita e resilienza.
Lo scontro
Qui sono nate le polemiche tra opposizione (alla guida del Comune sino allo scorso anno) e la nuova Amministrazione comunale guidata da Mariuccia Raccagni.
«L’attuale Amministrazione ha imposto alla Fondazione Barboglio di rilasciare una porzione dell’immobile per realizzare un asilo nido del quale a oggi non si hanno certezze – attaccano da Vivere Passirano –. Per noi la creazione di un secondo asilo nido a Camignone poteva proseguire solamente se la strada fosse stata tracciata insieme alla stessa Fondazione. Non siamo stati ascoltati, come non sono stati ascoltati i 1.049 firmatari della petizione "Salviamo la scuola dell’infanzia e il suo micronido". I precedenti Cda e le precedenti Amministrazioni hanno sempre scelto di investire in nuovi servizi e hanno sempre cercato soluzioni che non portassero alla chiusura della Fondazione. La chiusura di una scuola andrà ad impoverire il tessuto sociale della nostra frazione».
Dal Comune
Di diverso avviso l’Amministrazione comunale, che ha sottolineato come l’impostazione fondi Pnrr/spazi di via Chiesa fosse stata tracciata dalla vecchia Giunta, puntando poi l’attenzione sulle difficoltà nel salvare una scuola gestita da un ente morale con una tale situazione debitoria.
«Abbiamo innanzitutto trovato in carico dalla precedente Amministrazione i fondi per la realizzazione di un micronido da realizzarsi in uno stabile di proprietà comunale, già identificato dagli stessi nello stabile sito in via Chiesa – contrattaccano il sindaco Mariuccia Raccagni e il vice Carlo Cordini –. Il nuovo Cda della scuola poi, appena insediatosi, ha constatato l'esistenza di un debito pregresso pari a 152mila euro, oltre a 40 mila euro prestati dalla Parrocchia e che ora ne chiede lecitamente la restituzione. I tentativi messi in campo sono stati molti, ma il debito è troppo elevato e da troppi anni attivo. L’impegno è ora rivolto a sanare la situazione debitoria ereditata, per la quale attribuire all’Amministrazione comunale Raccagni, insediatasi il 10 giugno dell’anno scorso, la lampante situazione debitoria causa della capitolazione della Fondazione crediamo che sia del tutto falso, strumentale e non corretto».
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