Cambio dell’ora: perché dobbiamo spostare le lancette, ancora

Anche in Italia torna l’ora solare nella notte tra il 25 e il 26 ottobre: alle 3 gli orologi vanno portati indietro di un’ora, quindi alle 2
Nella notte tra il 25 e 26 ottobre si cambia l'ora
Nella notte tra il 25 e 26 ottobre si cambia l'ora
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Partiamo da una certezza. Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre, precisamente alle 3, torna l’ora solare in Italia. Le lancette dovranno perciò essere spostate indietro di un’ora, quindi alle 2: con il cambio dell’ora si potrà dormire un’ora in più nel prossimo fine settimana. Parimente il ritorno garantirà anche un’ora in più di luce al mattino, sebbene così facendo farà buio prima il pomeriggio.

La storia

Tutto nella normalità si dirà, dato che fin dal 1996 i Paesi dell’Unione europea hanno adottato il sistema: lo scopo della doppia ora, solare (cioè convenzionale) e legale («orario di risparmio in luce diurna» secondo la traduzione della dicitura anglosassone), è quello di far risparmiare energia, quindi soldi, grazie all’utilizzo dell’illuminazione naturale. Nel mondo si stima che circa il 25% dei Paesi adotti tale pratica.

In Italia l'ora stabilita dalla legge – quindi legale, immaginata per la prima volta nel 1784 dallo statunitense Benjamin Franklin – venne applicata per la prima volta nel 1966 dopo un uso temporaneo durante le due guerre. La durata iniziale era di quattro mesi, che venne estesa a sei nel 1980. Dal 1996, insieme quindi con il resto dell'Europa, la fine fu spostata all'ultima domenica di ottobre.

Il premier spagnolo

Non tutti però sono d’accordo, nemmeno nel nostro continente. L’ultima critica in questo senso è arrivata lunedì 20 ottobre nientemeno che dal premier spagnolo Pedro Sánchez, che in un post su X ha definito tale pratica «senza senso».

«Cambiare l’ora due volte all’anno non ha più senso. Aiuta a malapena a risparmiare energia e ha un impatto negativo sulla salute e sulla vita delle persone – le parole del primo ministro –. Pertanto, il governo spagnolo proporrà all’Ue, in sede di Consiglio Energia, di porre fine al cambio stagionale dell’ora e chiederà che venga avviato il relativo meccanismo di revisione». L’impatto negativo al quale fa riferimento Sánchez riguarda il ritmo circadiano veglia-sonno, sul quale influisce direttamente la quantità di luce naturale al quale si è esposti.

La discussione

Dal punto normativo la palla ovviamente passa ora in mano alla Commissione europea, non nuova a un ripensamento del sistema. Già nel 2018 aveva proposto una consultazione popolare alla quale avevano partecipato 4,6 milioni di persone: l’84% era a favore dell’eliminazione della doppia ora. E il Parlamento europeo nel 2019 ha trasformato tale volontà in un progetto di risoluzione, che avrebbe dovuto mantenere solo l’ora legale in tutti i Paesi membri. Tutto però si è bloccato, sia per le divergenze di vedute degli Stati sia per il sopraggiungere della pandemia di Covid e della Brexit. E nel febbraio del 2025 questa proposta è stata definitivamente abbandonata.

Ora la questione dell’abolizione dell’ora legale torna alla ribalta, soprattutto sotto la spinta dei Paesi del Sud del continente dove la luce naturale è più presente, ma ancora tutto rimane come siamo stati abituati fino ad ora. Prossimo appuntamento con l’orologio quindi nella notte tra sabato 29 e domenica 30 marzo, quando le lancette andranno spostate avanti per tornare all’ora legale abbandonando quella solare.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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