Cade dal sottotetto a Darfo, secondo morto del lavoro in due giorni

Una soletta che crolla, un sacco di plastica che si stacca, una caduta nel vuoto per oltre otto metri. Le dinamiche sono diverse, è l’esito che non cambia. Ogni volta è una tragedia.
Ma quando nella nostra provincia in una sola settimana si registrano tre morti sul lavoro, di cui le ultime due in meno di 48 ore, e un gravissimo infortunio, allora il fenomeno assume dimensioni completamente diverse e si mostra per quello che è: una piaga sociale sulla quale bisogna intervenire con urgenza.
L’ultima vita spezzata è quella di Riccardo Gozzi, morto ieri mattina a due giorni dal suo 50esimo compleanno, precipitando dal sottotetto dell’azienda di Darfo Boario Terme in cui lavorava da alcuni anni. Uno shock per i colleghi che hanno trovato il corpo a terra, un dolore immenso per la famiglia dell’uomo - residente a Niardo ma originario di Cevo -, in modo particolare per la figlia di 16 anni.
L’episodio
Un forte rumore e poi il corpo di Gozzi disteso a terra. Erano passate da pochi minuti le 8.30, quando i colleghi della «Damioli Costruire in acciaio» - ditta specializzata nella costruzione di strutture metalliche a Darfo Boario Terme e attiva nella provincia di Brescia fin dal 1970 - hanno trovato il 49enne disteso a terra privo di conoscenza.
Gli operai hanno lanciato immediatamente l’allarme e sul posto sono intervenute un’ambulanza e l’automedica, ma purtroppo per Gozzi non c’era già più niente da fare. L’impatto con il pavimento dello stabilimento non gli ha lasciato scampo.
Ieri mattina in via Cavallera sono intervenuti anche i carabinieri della Compagnia di Salò e i tecnici dell’Ats Montagna, che ora sono chiamati a fare luce sull’ennesimo infortunio sul lavoro. È ancora presto per capire con esattezza cosa sia accaduto e cosa sia andato storto ieri mattina all’interno dell’azienda camuna, ma stando alle prime ricostruzioni degli inquirenti sembrerebbe che Gozzi, mentre stava effettuando degli interventi di manutenzione nel sottotetto, sia caduto dal cestello della piattaforma autosollevante da un’altezza di circa otto metri.
Inchiesta
La Procura di Brescia ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, per fare chiarezza sull’episodio. Un atto dovuto per capire se Gozzi sia precipitato per un guasto al macchinario e siano state adottate tutte le misure di sicurezza.
Gli altri casi
Sabato scorso a Tignale, comune dell’Alto Garda, è morto l’imprenditore Alberto Tedeschi: l’uomo, 51 anni padre e nonno, stava lavorando con la sua impresa edile in una ristrutturazione di un caseggiato quando le solette interne sono collassate travolgendo i lavoratori.
Giovedì pomeriggio, invece, alla Bettoni di Torbole Casaglia, l’operaio 55enne di Paderno Franciacorta, Stefano Del Barba, è deceduto schiacciato da un grosso sacco di plastica che stava svuotando.
Mentre nella notte tra giovedì e venerdì, all’interno della Ondapack di Castenedolo, la moglie 61enne del custode dell’azienda, è rimasta schiacciata dal cancello d’ingresso, uscito (per cause ancora da chiarire) dal binario. Ricoverata in prognosi riservata al Civile, le sue condizioni restano gravissime.
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