La Brixia Invasion ha conquistato Londra a suon di canzoni d’autore

Narrazione e musica, conquistando Londra con irresistibile verve italiana, alla faccia della Brexit. È l’avventura vissuta – parlando di canzone d’autore all’Istituto Italiano di Cultura della capitale britannica, gremito per l’occasione - dai bresciani di città Piero Tarantola e Ugo Buizza, coadiuvati da Daniele Gozzetti e Piergiorgio Cinelli.
Rispettivamente medico e direttore di banca in congedo, amici di lungo corso, negli anni Tarantola e Buizza hanno svolto in parallelo alla professione un’azione da appassionati divulgatori di musica, collaborando con radio e testate giornalistiche, oltre che accumulando vinili in serie (con predilezione per i Beatles il primo, per Bob Dylan e la musica americana il secondo).
Invitati da Ornella Tarantola (sorella di Piero), nella sua nuova veste di collaboratrice dell’Istituto londinese, i due compari hanno portato con sé in Inghilterra i musicisti Gozzetti e Cinelli, anch’essi bresciani (di Paderno Franciacorta e Sarezzo, per essere precisi), al fine di dare corpo (ossia parole e note, dal vivo) al racconto della nascita della canzone d’autore nazionale negli anni ’60, come pure alla sua evoluzione nei primi ‘70. Il binomio ha funzionato alla grande, trasformando l’incontro in un vero e proprio show, tra le ovazioni di una platea che integrava una larga maggioranza di italiani di stanza a Londra con un manipolo di inglesi curiosi. Tutti infine ammaliati dalla combinazione ben calibrata tra la capacità affabulatoria degli storyteller e la naturale disposizione all’entertainment degli artisti-cognati (tali sono Gozzetti e Cinelli Jr), con questi ultimi che hanno chiuso in gloria, all’insegna di un paio di travolgenti brani in vernacolo nostrano, «E pò l’è amò ac chèla» e «Pescheria».
I precedenti
Non è la prima volta che Tarantola & Buizza danno ottima prova di sé oltremanica. Fu lo stesso Piero a suggerire alla sorella - in cerca di eventi spumeggianti per la Library dell’Istituto - un approfondimento della storia del Festival di Sanremo: era la fine del 2023, e un mese dopo, alla vigilia della 74ª edizione della kermesse, i mattatori bresciani si lanciarono in un racconto emozionale (tra nostalgia e ironia) della più importante manifestazione canora italiana, accompagnati dalla cantante torinese (ma residente a Londra) Susanna Paisio. La mission, spiegano all’unisono Buizza e Tarantola, era, ed è, «divertire divertendosi, puntando su un’aneddotica non scontata e sul valore aggiunto della musica dal vivo».
Il debutto fu un successone, e con il credito guadagnato, emerse la possibilità di avanzare altre proposte: ecco allora i nostri cavalcare l’onda con un’incursione nell’epopea dei «tormentoni estivi», pure messa in cantiere nel 2024, optando inoltre per l’autarchia bresciana e quindi coinvolgendo Daniele Gozzetti e Paolo Cavagnini, chitarristi e cantanti chiamati a esemplificare puntualmente i successi da spiaggia.
Nuovo trionfo e apertura immediata per una terza opportunità londinese, sfruttata appunto nei giorni scorsi, con l’estroso Cinelli al posto di Cavagnini, fermato da impegni lavorativi. Apoteosi e richiesta pressante da parte del pubblico di un appuntamento mensile; ma Ornella Tarantola frena, anche «perché in ballo ci sono le presentazioni dei libri, i convegni, ed è opportuno diversificare». All’orizzonte si profila comunque una puntata monografica su Lucio Battisti. A certificare che quella di Piero e Ugo nella terra d’Albione…«no, non sarà un’avventura».
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