A Brescia più storni del solito: guano, disagi e notti insonni

L’ornitologo Pierandrea Brichetti: «Le città, più calde della campagna, sono il dormitorio ideale di questi uccelli. E resteranno per mesi»
Storni nel cielo - © www.giornaledibrescia.it
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Auto imbrattate nei parcheggi. Chiazze sulle strade che sembrano i primi accenni di un temporale. Nell’aria il suono, costante e pressante, del loro canto e dei loro richiami. Basta alzare gli occhi al cielo per rendersi conto che, da qualche giorno, sulla città si muovono enormi stormi di storni.

Le conseguenze di una tale presenza, che per Brescia non è una novità ma che quest’anno sta avendo proporzioni maggiori che in passato, sono presto dette con letti di guano sotto gli alberi e sui terrazzi, notti insonni per chi abita lungo i viali alberati e le carcasse degli esemplari che inevitabilmente muoiono che rimangono nei giardini, sui balconi e agli angoli delle strade. Negli ultimi giorni le segnalazioni si sono ripetute alla Polizia Locale e anche in redazione.

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Uno stormo di storni in centro città

L’esperto

L’ornitologo bresciano Pierandrea Brichetti, che ha realizzato anche documentari, disponibili sul suo canale Youtube, dedicati al fenomeno spiega che «si tratta di un problema comune a tante città. Roma in particolare si stima che abbia una popolazione di Stormi di oltre 4 milioni di esemplari e i vari tentativo di allontanarli, con degli spari o con i falchi pellegrini, non hanno portato risultati».

Lo studioso spiega che «questi volatili nelle città trovano in questo periodo un ambiente favorevole per due motivi: ci sono un paio di gradi in più rispetto alla campagna e si sentono protetti rispetto ai predatori».

Prima sul Garda

Nelle scorse stagioni il fenomeno «era molto sentito sul Garda. Gli storni di giorno vanno a mangiare nei vigneti e negli uliveti e poi la sera rientrano sulle città per dormire». Gli storni sono onnivori e mangiano quindi anche invertebrati che possono trovare nei prati o nei campi in cui le colture sono basse. Per questo la loro massiccia presenza è un danno per l’agricoltura.

L’esperto ha spiegato che «durante la fase della nidificazione le coppie si sparpagliano ma in autunno si formano enormi stormi che si muovono insieme. Se trovano un posto adeguato a loro si fermano anche fino a febbraio. Di giorno vanno verso le campagne per cercare cibo e poi la sera tornano a dormire dove si sentono al sicuro». Per Brichetti «quest’anno ci sono state condizioni particolari e quindi probabilmente si sono create le condizioni per una popolazione più numerosa».

All’imbrunire

Chi trova le carcasse si domanda come comportarsi: «Non ci sono problemi. Possono essere presi e buttati senza avvisare enti o agenzie. Anche dal punto di vista della salute gli storni non hanno malattie che possono essere trasmesse all’uomo».

A ridosso dell’imbrunire quindi, nelle città e nelle zone di periferia, si sentono persistenti i richiami degli storni: gli individui di rientro dalla giornata sui frutteti infatti si contendono i posti più ambiti per passare la notte.

In città non è solo un problema di decoro. Gli accumuli di guano possono essere anche consistenti e rendere scivolosi i marciapiedi sotto gli alberi o rendere poco leggibili i cartelli stradali.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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