Brescia non sarà per ora capitale verde europea: la città punta al titolo nel 2028

La Commissione europa ha bocciato la candidatura per lo European Green Capital Award, invitando ad assumere impegni di medio e lungo termine più stringenti
Una veduta di Brescia dall'alto
Una veduta di Brescia dall'alto
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Brescia ripresenterà la candidatura per lo European Green Capital Award nel 2026 per cercare di ottenere «il titolo» nel 2028. Lo farà seguendo la bussola rappresentata dalle motivazioni fornite dalla Commissione europea nel dossier che ha bocciato la sua corsa per incassare il riconoscimento questa volta.

Ad annunciarlo sono stati l’assessora alla Transizione ecologica Camilla Bianchi, il professor Carmine Trecroci dell’Università degli Studi di Brescia e il responsabile del settore Sostenibilità ambientale Angelantonio Capretti.

Quali gli aspetti critici? L'invito alla città è ad assumere impegni di medio e lungo termine più stringenti e dettagliati, con adeguata copertura finanziaria e di risorse umane, e con «opportuni dispositivi di monitoraggio e partecipazione». In particolare, si sollecita a «rafforzare e raccordare i piani vigenti mediante un nuovo sforzo di pianificazione strategica integrata, soprattutto in relazione a miglioramento qualità dell’aria, gestione dell’acqua, promozione della biodiversità e di un uso sostenibile del suolo e del territorio, ciclo dei rifiuti e l’economia circolare, riduzione dei livelli di rumore, mitigazione delle emissioni climalteranti, adattamento ai cambiamenti climatici».

Proprio per questo Loggia e Università intendono stilare un piano complessivo al 2050: oltre a integrare i vari progetti (Pums, Piano aria e clima, Pgt) sarà realizzato un cronoprogramma con scadenze intermedie per i raggiungimenti degli obiettivi. Obiettivi che – assicurano Bianchi e Trecroci – «saranno costruiti insieme alla cittadinanza: questa sarà la sfida più grande».

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