Cronaca

«Modou Modou», la vita nel Residence Prealpino affidata alla memoria

Barbara Fenotti
La figlia di due migranti ricostruisce in un film la storia della struttura di accoglienza
Gli artefici dell’iniziativa Michele Barcaro e Sokhna Sarr
Gli artefici dell’iniziativa Michele Barcaro e Sokhna Sarr
AA

Ogni territorio ha luoghi che finiscono pian piano nell’oblio. Edifici che svaniscono, ricordi che sbiadiscono, storie che nessuno ha mai raccontato fino in fondo. È il caso del Residence Prealpino, per anni punto di approdo e di ripartenza per migliaia di migranti senegalesi. Oggi, a quindici anni dalla sua demolizione (avvenuta nel 2010 e alla quale fece seguito la costruzione delle attuali palazzine Aler) nasce un progetto che vuole restituirgli memoria, dignità e voce: «Modou Modou», un docufilm ideato da Sokhna Sarr e affidato alla regia di Michele Barcaro (Bubble Production).

Per poterlo concretizzare verrà avviata una raccolta fondi sulla piattaforma «Produzioni dal basso», alla quale tutti possono contribuire. Sokhna, 25 anni, nata a Brescia da genitori senegalesi, non ha mai abitato nel Residence ma i suoi genitori si sono conosciuti proprio lì e ha respirato quella realtà nei racconti familiari. «Oggi forse tanti neppure sanno cosa fosse il Residence: non ce n’è più traccia – spiega la 25enne, studentessa universitaria e lavoratrice –. Eppure è un pezzo di storia dell’immigrazione in Italia che a modo suo ha lasciato il segno e trovo giusto sia ripercorsa anche ascoltando le voci di chi il Residence l’ha vissuto in prima persona».

L'esultanza il 6 giugno 2002 dopo il gol del Senegal alla Danimarca
L'esultanza il 6 giugno 2002 dopo il gol del Senegal alla Danimarca

Il titolo, «Modou Modou», è un’espressione senegalese che descrive chi lascia il luogo in cui è nato per cercare un futuro in un altro Paese. Spesso è una vita divisa, in bilico, vissuta in condizioni precarie e con il cuore e la mente sempre rivolti alla propria terra. Il documentario intende raccontare tutto questo: le origini del Residence negli anni ’80, il sovraffollamento dei primi 2000, le battaglie sindacali, le difficoltà quotidiane ma anche i legami profondi e la solidarietà che lì sono nati.

Brescia, Roma, Dakar

Le riprese toccheranno prima Brescia e poi Roma, con l’obiettivo di intervistare i politici che in quegli anni si interessarono al caso. Infine approderanno a Dakar, dove molti ex residenti si sono stabiliti. Il progetto prevede un taglio storico, antropologico e sociologico con l’utilizzo di materiali d’archivio messi a disposizione da Teletutto e il coinvolgimento di figure simboliche. «Il budget stimato si aggira tra i 50 e i 60 mila euro – spiega Barcaro –. Utilizzeremo strumenti cinematografici: il costo di produzione si aggira sui 30mila euro, ai quali si aggiungono altri 10 mila euro per i viaggi, i trasporti, vitto, alloggio e assicurazioni». Per assistere passo dopo passo a questo viaggio è possibile seguire Sokhna e Michele tramite i social: #ModouModouDocumentary. Il progetto ha il sostegno del Comune di Brescia, in rappresentanza del quale sono intervenuti, alla presentazione di ieri, l’assessore ai Servizi sociali, Marco Fenaroli, e la consigliera Beatrice Nardo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.