Al Lunardi di Brescia l’ascensore è fermo da tre mesi

Da gennaio 2025 l’Istituto è in attesa del collaudo da parte della Provincia. A portare alla luce la drammatica situazione, la docente di spagnolo Raffaella Zucchi
L'Istituto Lunardi di Brescia - © www.giornaledibrescia.it
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Una situazione che ha del surreale quella che riguarda l’Istituto Lunardi di Brescia. L’ascensore, l’unico all’interno del complesso di 3 piani, funziona ma non si può utilizzare: serve il collaudo da parte della Provincia. Collaudo che tuttavia pare non volerci essere.

Disagi

«È da gennaio 2025 che la situazione va avanti così», afferma con tono frustrato Raffaella Zucchi, docente di spagnolo dell’Istituto. «Già l’anno scorso l’ascensore mostrava dei problemi e dopo un po’ ha smesso di funzionare. Poi è stato riparato a gennaio scorso, per l’appunto – spiega –. Oggi è perfettamente funzionante se non fosse che non è possibile utilizzarlo perché da oltre tre mesi aspettiamo i controlli da parte della provincia di Brescia».

Zucchi, da quando ha subìto una lesione al menisco, soffre di problemi alle ginocchia. Come molti suoi colleghi e studenti, vive di un disagio fisico che non le permette né di camminare a lungo né di fare le scale. «Durante  il mese di febbraio, per circa tre settimane, sono dovuta restare a casa perché non potevo muovermi. Poi, alla quarta, quando sarei potuta rientrare, l’ascensore era ancora fermo: avendo le mie classi al secondo piano, sono dovuta restare a casa».

Problema che persiste

Oggi, a distanza di due mesi dall’infortunio, il problema al menisco si ripresenta e la docente chiede di nuovo aiuto. «La scorsa mattina sono stati i miei alunni ad aiutarmi a salire le scale. Uno mi ha preso la borsa e l’altro mi ha portata su afferrandomi per il braccio». 

Una soluzione potrebbe essere svolgere le lezioni al piano terra, ma purtroppo non sempre è possibile: «Essendo così numerosi, non sempre si riesce a trovare lo spazio fisico per spostare un’intera classe».

Le segnalazioni 

Ogni giorno la presidenza dell’Istituto manda sollecitazioni sia tramite telefonate sia attraverso Pec. Ma nessuna risposta dall’altra parte della cornetta. «È una situazione vergognosa. Siamo una bellissima scuola, formata da 2000 persone tra docenti e alunni. Tutto questo non ha senso».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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