Cronaca

A Brescia e Bergamo aprono i primi sportelli-lavoro in carcere

Barbara Fenotti
Al Pirellino di Brescia firmato il Protocollo regionale per l’inserimento socio-lavorativo delle persone detenute: si punta sulla riabilitazione per promuovere la sicurezza
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Sportello lavoro nelle carceri
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Offrire ai detenuti un’opportunità di formazione e di lavoro come strumento di legalità e di reinserimento sociale. È questo l’obiettivo del Protocollo regionale di sperimentazione per l’inserimento socio-lavorativo delle persone in esecuzione penale firmato questa mattina al Pirellino di via Dalmazia a Brescia. L’intesa, promossa da Regione Lombardia insieme al Provveditorato Regionale dell’Amministrazione penitenziaria, all’ufficio interdistrettuale di Esecuzione penale esterna e a Sviluppo lavoro Italia, prevede l’apertura di sportelli lavoro all’interno degli istituti penitenziari per accompagnare i detenuti in percorsi formativi e occupazionali in sinergia con i Centri per l’Impiego e le reti territoriali.

Dignità e autonomia

«Questo progetto rappresenta un passo fondamentale verso una politica del lavoro realmente inclusiva, capace di offrire opportunità a chi si trova in una condizione di fragilità – ha dichiarato Simona Tironi, assessora regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro –. Il lavoro non è solo un reddito: è dignità, autonomia, libertà».

Tironi ha inoltre ricordato che «il progetto parte da Sviluppo lavoro Italia (l’assessora fa parte del cda ndr): abbiamo individuato quattro regioni, Lombardia, Veneto, Sicilia e Friuli. In particolare a Brescia e a Bergamo apriremo per la prima volta uno sportello lavoro all’interno degli istituti penitenziari. A Brescia lo sportello partirà a fine ottobre. I Centri per l’Impiego della Provincia avranno un ruolo operativo nella gestione. La prima condizione è capire quale leva azionare per fare in modo che gli imprenditori abbraccino questa causa: anche i detenuti fanno parte delle categorie su cui investire insieme a donne, persone disabili e giovani, specialmente i Neet».

La firma del Protocollo al Pirellino - © www.giornaledibrescia.it
La firma del Protocollo al Pirellino - © www.giornaledibrescia.it

Le carceri coinvolte

La sperimentazione coinvolgerà il carcere di Canton Mombello e la casa di reclusione di Verziano, a Brescia, e la Casa circondariale di Bergamo. Gli sportelli garantiranno un accompagnamento personalizzato e saranno supportati da percorsi di formazione specialistica integrata per operatori penitenziari, servizi per il lavoro e reti sociali.

«È già iniziata la mappatura delle competenze lavorative dei nostri detenuti – ha spiegato Maria Milano Franco D’Aragona, provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria - al fine di potenziarle, certificarle e farle incontrare con il mercato del lavoro. È partita anche la formazione degli operatori».

Per Teresa Mazzotta, direttrice dell’Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna, «quando si parla di rete territoriale programmata non è scontato arrivare a questi risultati. È stato un percorso faticoso ma con un obiettivo reale: consentire a chi ha seguito un percorso formativo e misure alternative di proseguire il reinserimento all’esterno con il sostegno degli operatori».

Funzione riabilitativa

Soddisfazione anche da parte della presidente della Corte d’Appello di Brescia Giovanna di Rosa: «L'importanza di questo protocollo è molto più grande di quanto possa sembrare. L’idea di formare e avviare al lavoro i detenuti con l'inaugurazione di questi sportelli è un modello che a Milano abbiamo già conosciuto e praticato con successo».

«È un lavoro che va oltre l’obbligo istituzionale – ha aggiunto Monica Cali, presidente del Tribunale di Sorveglianza –. Applichiamo l’articolo 27 della Costituzione, secondo cui la pena deve avere una funzione riabilitativa. Sicurezza e rieducazione sono complementari: una società è più sicura quando sa accogliere chi ha sbagliato».

L’assessora Tironi ha infine ricordato il ruolo di Regione Lombardia nel coordinamento della sperimentazione, che valorizza esperienze già attive a Milano e Monza Brianza: «Con il contributo delle imprese lombarde possiamo trasformare questa sperimentazione in una buona pratica stabile, capace di restituire fiducia e valore alle persone, rafforzando legalità, lavoro e coesione sociale».

Alla firma del protocollo erano presenti anche Annamaria Savi di Sviluppo Lavoro Italia («Il percorso intrapreso è quello giusto») e Monica Mussetti (Regione Lombardia, Misure per l’occupazione).

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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