Il Centro pastorale Paolo VI compie 50 anni: ospitò anche due papi

Fu fondato il 15 febbraio 1975: fondamentali furono l’intenzione del vescovo Luigi Morstabilini e l’impegno di monsignor Gennaro Franceschetti
Papa Giovanni Paolo II con il notaio Giuseppe Camadini al Centro Paolo VI il 26 settembre 1982 - Foto © www.giornaledibrescia.it
Papa Giovanni Paolo II con il notaio Giuseppe Camadini al Centro Paolo VI il 26 settembre 1982 - Foto © www.giornaledibrescia.it
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La storia del Centro pastorale Paolo VI è indissolubilmente legata con la storia di Brescia. Religiosa certo – in passato palazzo Santangelo ospitava il seminario diocesano – ma non solo. Durante il Covid, in quelle stanze hanno trovato ospitalità le persone che, dopo aver superato la fase acuta (e dopo essere state ricoverate in ospedale), per vari motivi, non potevano tornare a casa. Il vescovo Pierantonio Tremolada aveva subito messo a disposizione la struttura, dando corpo a quell’idea di Chiesa ospedale da campo tanto cara a papa Francesco. E in quel caso non lo era solo metaforicamente.

La storia del Paolo VI

Il Centro pastorale Paolo VI in via Gezio Calini  - Foto © www.giornaledibrescia.it
Il Centro pastorale Paolo VI in via Gezio Calini - Foto © www.giornaledibrescia.it

La storia del Centro pastorale Paolo VI inizia ufficialmente il 15 febbraio 1975;il vescovo Luigi Morstabilini, anche con l’avversità di una parte del suo clero, decise così di percorrere una strada che a quel tempo era particolarmente innovativa. Una decisione, vista con il senno di poi del mezzo secolo trascorso, che si è rivelata lungimirante e vincente.

Questa è però anche la storia delle straordinarie personalità che hanno reso tutto possibile, il vescovo Morstabilini certo, ma il percorso è stato tracciato dalla tenacia, dalla passione e dalle capacità di monsignor Gennaro Franceschetti. Per usare le parole di monsignor Vincenzo Zani, Bibliotecario e Archivista del Vaticano, «dobbiamo a lui alcune intuizioni che hanno caratterizzato la nostra diocesi negli anni post Concilio: il centro Pastorale Paolo VI e il sinodo diocesano. Per lui, cresciuto alla scuola di padre Giulio Bevilacqua, la preghiera, la sensibilità educativa e la socialità sono state le direttrici del suo agire».

Fondatori e amministratori

L'ingresso della chiesa al Centro pastorale Paolo VI - Foto © www.giornaledibrescia.it
L'ingresso della chiesa al Centro pastorale Paolo VI - Foto © www.giornaledibrescia.it

Nei decenni la vita del Centro pastorale Paolo VI si è intrecciata con quella di cinque vescovi (Morstabilini, Foresti, Sanguineti, Monari e Tremolada) di quattro vicari generali (Olmi, Beschi, Mascher e Fontana). E se mons. Franceschetti è stato, se così possiamo dire, il fondatore del Centro, il successo nei decenni è indubbiamente legato a Giovanni Lodrini, amministratore delegato dal 1990 e per oltre un trentennio: grazie al suo impegno il Centro pastorale Paolo VI è diventato luogo di cultura e incontro, andando oltre i confini prettamente clericali, diventando patrimonio della città.

E se il legame con Paolo VI è certificato fin dal nome, il Centro ha avuto l’onore di ospitare due pontefici che sono arrivati nella nostra città proprio nel solco del pontefice bresciano. Giovanni Paolo II, che vi soggiornò nel corso della sua seconda visita a Brescia, quella del 19 e 20 settembre 1998 per la beatificazione di Giuseppe Tovini (papa Wojtyla era già stato al Centro di via Calini in visita nel 1982, a quel tempo la struttura ospitava anche l’Istituto di studi montiniani ora a Concesio); e quella di Benedetto XVI l’8 novembre 2009.

Oggi la struttura è affidata a monsignor Angelo Gelmini che con il presidente Mauro Salvatore condivide l’impegno della sua gestione, che per volontà del vescovo, in continuità con i suoi predecessori deve essere «punto di riferimento per diverse forme di apostolato dentro e fuori la Chiesa».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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