Violentò una 14enne in un laboratorio tessile: condannato a 6 anni

Violentata da un uomo molto più grande di lei, trent’anni di più. Nel bagno del laboratorio tessile, nel quale lui, lei ed i suoi genitori vivevano e lavoravano a stretto contatto. Una storia terribile, che arriva dal 2019 e ieri è approdata ad una prima svolta. I giudici della prima sezione penale (presidente Mauro Ernesto Macca), su richiesta del sostituto procuratore Carlo Pappalardo, hanno infatti condannato l’uomo a sei anni di reclusione e imposto la sua espulsione dal territorio dello Stato una volta scontata tutta la pena.
I fatti
La vicenda raccolta dai carabinieri della compagnia di Brescia risale al 6 novembre di sei anni fa. A fare da sfondo un capannone di Castenedolo. In quell’edificio la vittima, una ragazzina di 14 anni, vive con la mamma ed il papà. È sera quando la giovanissima entra in doccia. Nel volgere di pochi istanti, nel bagno, entra anche il collega dei genitori che di anni ne ha trenta di più. L’uomo è in accappatoio e, non appena si trova a tu per tu con la ragazza, piega la sua resistenza con la forza fisica e l’intimidazione. La minaccia di conseguenze gravi per lei ed i suoi genitori. E così la costringe alla resa. Attirata dalle urla e dai pianti arriva la mamma. La scena che le si presenta agli occhi, e che la donna insieme al padre della vittima racconterà il giorno dopo ai carabinieri sporgendo denuncia, non ha bisogno di spiegazioni. Il collega esce nudo dal bagno. Alle sue spalle spunta in lacrime la ragazzina violata, indifesa.
Sparito
La giovanissima viene accompagnata subito in pronto soccorso e visitata. L’indomani i suoi genitori sono in caserma. Del 45enne invece si perdono le tracce. Qualche tempo dopo, l’uomo si ripresenta al capannone nel tentativo di recuperare i suoi effetti. Rischia di essere linciato dagli ex colleghi, che nel frattempo hanno saputo, e scappa di nuovo. Da allora non si è più visto, tanto meno in Tribunale dove la ragazza, ora maggiorenne, è invece comparsa per raccontare anche ai giudici l’orrore subito.
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