Addio a Luigina Casari, una vita al servizio di Porta Cremona

Daniela Zorat
Medaglia d’oro al Bulloni nel 2020. Avrebbe compiuto 100 anni venerdì
Luigina Casari - Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Luigina Casari - Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Una grande attenzione agli altri, alla comunità in cui viveva e per la quale si è sempre prodigata e impegnata. Luigina Casari era così, dedita e meticolosa nel suo lavoro in banca cominciato da ragazza, durante la guerra, fino alla pensione dopo 43 anni, e poi nel suo ruolo di fondatrice e presidente del Gruppo anziani e pensionati Porta Cremona Volta che aveva creato negli anni Ottanta. Così legata a quell’associazione da ricevere, lo scorso anno, il riconoscimento di presidente onorario, con tanto di targa donata dal Comune.

La signorina Casari - che non era sposata - avrebbe compiuto i cento anni il prossimo venerdì. A chi le era vicino, ai famigliari, come raccontano i nipoti Paolo e Raffaella, ma anche agli amici, aveva detto di aver stretto un patto con il Padre Eterno per arrivare sì a cento anni, ma meno quattro giorni. E così è stato.

Si è spenta nella notte tra venerdì e sabato e ora riposa all’obitorio della Poliambulanza. Il funerale sarà celebrato domani, lunedì, alle 13.45 alla chiesa della Volta perché abitava nel vicino Villaggio Ferrari, in quella casa dove aveva voluto vivere insieme ai suoi fratelli fino a quando era stato possibile, per tenere unita la famiglia.

Un impegno mantenuto anche con i dieci nipoti, tanto che ogni anno a Pasquetta organizzava un pranzo per farli riunire tutti.

Luigina è stata anche una donna impegnata nella vita politica della città, dopo aver fatto parte dell’Azione Cattolica: partecipò alla creazione dei primi comitati di quartiere, poi divenuti Circoscrizioni, fu eletta e diventò anche presidente della Settima, prima della fusione con Lamarmora nella Sesta.

Parallelamente diede vita alla sua «creatura», quel Gruppo anziani Porta Cremona Volta, da cui si era dimessa ma solo perché costretta dalle condizioni di salute. Un’associazione che non intendeva come semplice centro ricreativo, ma come punto di riferimento anche culturale del quartiere, con un calendario ricchissimo di appuntamenti, ogni giovedì nella sede di via Repubblica Argentina 120 dove aveva allestito anche una piccola biblioteca.

In tanti - come l’amica e braccio destro Silvana - ricordano i molti viaggi anche all’estero da lei organizzati con meticolosa attenzione alle esigenze di tutti. «Non ha sprecato una sola ora della sua vita. Si è donata anima e corpo alla comunità» ricorda quest’ultima.

Per queste sue doti, per la cura e la capacità d’ascolto ma anche per la sua grande attenzione verso gli altri, nel 2020 Luigina Casari ricevette la Medaglia d’oro nell’ambito del Premio Bulloni. Durante il Covid, non potendo andare a trovare i soci di persona, li contattava per telefono, tenendo loro compagnia. Lo scorso anno ha ricevuto una targa di riconoscenza per la sua opera di volontariato, come cuore pulsante dell’associazione.

Particolarmente affezionato a Luigina era l’assessore Valter Muchetti, che insieme a lei aveva mosso i suoi primi passi in Circoscrizione e che la ricorda come «una persona semplice, dalla grande Fede, determinata ad aiutare e sostenere chi aveva bisogno, soprattutto gli anziani del quartiere. Incarnava - ricorda l’assessore - in modo credibile l’impegno dei cattolici nella società civile. Non era sposata e tutte le sue energie le ha spese per la sua comunità».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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