Bovezzo, potature al parco: la precisazione del condominio

Barbara Fenotti
L’amministratore: «Nessuna richiesta di un taglio drastico»
La siepe che avrebbe violato la distanza dalla proprietà privata - © www.giornaledibrescia.it
La siepe che avrebbe violato la distanza dalla proprietà privata - © www.giornaledibrescia.it
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Prosegue la polemica sull’intervento di potatura al parco Giudici di Bovezzo, che nei giorni scorsi ha suscitato forti critiche da parte di Mario Folli, capogruppo dell’opposizione «Prima Vera Bovezzo». Folli aveva parlato di «sterminio» e accusato la sindaca Sara Ghidoni di aver «raso al suolo 100 metri lineari di piante».

La prima cittadina ha quindi replicato che «lo scorso 5 giugno l’amministratore condominiale delle Residenze nel parco, come votato dall’assemblea dei condomini del 4 giugno, richiedeva la rimozione della siepe o, in subordine, la drastica riduzione della stessa e la potatura delle alberature del parco a est». A intervenire ora è l’amministratore condominiale delle Residenze nel parco, citato dalla sindaca come fonte della richiesta di intervento. L’amministratore tiene a precisare che «né io né i condomini da me amministrati abbiamo mai chiesto lo sterminio della siepe o delle piante».

A sostegno delle sue affermazioni cita, inoltre, la mail inviata al Comune in cui «non si chiedeva la rimozione della siepe, ma solo la potatura e la rimozione di un cespuglio che invadeva la proprietà privata».

L’amministratore tiene quindi a precisare che «la richiesta riguardava esclusivamente la potatura delle piante, non un taglio drastico o la distruzione della vegetazione».

La sindaca Ghidoni aveva motivato l’intervento spiegando che la siepe, «danneggiata con sostanze acide e strumenti perforanti, non rispettava l’articolo 892 del Codice Civile in merito alla distanza dalla proprietà privata». Per questo, «pur riconoscendo che la siepe fosse ancora vitale, si è optato per una drastica potatura, il cui costo si è aggirato intorno ai 5mila euro». Folli aveva anche denunciato come l’intervento fosse avvenuto «in pieno periodo vegetativo, quando i tagli sono sconsigliati». L’Amministrazione comunale aveva dunque replicato che «l’agronomo, pur rilevando un ammaloramento, ha giudicato la siepe ancora vitale, per cui si è optato per una drastica potatura».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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