Strage di Sydney, i responsabili erano legati all'Isis

Almeno 50 colpi di fucile contro le famiglie riunite in riva al mare per celebrare la festività ebraica di Hanukkah, il festival delle luci dell'ebraismo: è finito nel sangue, con una delle più gravi stragi d'odio antisemita al di fuori di Israele - 15 morti e decine di feriti - un pomeriggio di festa a Bondi Beach, la celebre spiaggia di Sydney, in Australia. Due uomini, padre e figlio, hanno aperto il fuoco sulla folla: uno è stato ucciso, l'altro è gravemente ferito. A neutralizzarli l'intervento della polizia ma anche il coraggio di un passante.
Prima però gli attentatori hanno fatto in tempo a seminare il terrore: tra le vittime ci sono anche il rabbino di Sydney Eli Schlanger, una bambina di 12 anni e un sopravvissuto all'Olocausto. Due agenti di polizia sono gravissimi. Una carneficina, che poteva essere persino più grave: la polizia ha trovato rudimentali ordigni esplosivi su un veicolo nella zona dell'attacco.
Gli assalitori
I due uomini autori della strage ieri a Bondi Beach, il padre e figlio Said e Naveed Akram, avevano giurato sottomissione all'Isis nel 2019, ma malgrado ciò, Naveed aveva un regolare porto d'armi. Lo scrive l'emittente australiana Abc, citando il servizio d'intelligence interna di Canberra Australian Security Intelligence Organisation (Asio). ABC ha appreso che gli investigatori ritengono che gli uomini armati avessero giurato fedeltà al gruppo terroristico dello Stato Islamico, del quale sono state trovate due bandiere sull'auto usata dai terroristi.
Tonight and over the coming days, we are holding the Jewish community close.
— Anthony Albanese (@AlboMP) December 15, 2025
For the 8 nights of Chanukah, Jewish families around the world fill their windows with light - something that has been passed down through generations.
Tonight, I am lighting a candle in solidarity… pic.twitter.com/gYjyGPpq7R
Le indagini proseguono. «Un atto di malvagio antisemitismo che ha colpito al cuore la nazione - ha commentato intanto il primo ministro Anthony Albanese - Il male che si è scatenato a Bondi Beach è incomprensibile». All'Australia e alla sua comunità ebraica è arrivata la solidarietà dei principali leader internazionali, insieme a quella della comunità musulmana australiana e dell'Autorità Palestinese. Israele però ha puntato il dito contro Canberra, «colpevole» a suo dire di avere tra l'altro riconosciuto lo Stato Palestinese: il governo australiano «ha gettato benzina sul fuoco dell'antisemitismo - ha affermato il premier Benyamin Netanyahu - Si diffonde quando i leader rimangono in silenzio».
La dinamica
La strage è avvenuta nel tardo pomeriggio. La festa «Hanukkah by the Sea» era iniziata alle 17 ora locale ad Archer Park, una spianata erbosa proprio a ridosso della spiaggia. La locandina dell'evento prometteva «spettacoli dal vivo, musica, giochi e divertimento per tutte le età». «Portate i vostri amici, portate la famiglia - si legge sui volantini - Riempiamo Bondi di gioia e di luce!». Ci sono circa mille persone alla festa. È domenica, anche la spiaggia è ancora piena di gente. Uno sparo, poi altri, poi altri ancora: sembrano non finire mai, riferiranno i testimoni.
La prima telefonata al numero d'emergenza arriva alle 18,47. Alle spalle del parco c'è uno stradone, Campbell Parade, con un ponte pedonale rialzato: un punto di fuoco ideale per il prato della festa. È da qui che due uomini in maglietta nera caricano, mirano, sparano sulla gente coi loro fucili, poi ricaricano e sparano ancora. Uno dei due scende dal ponte imbracciando l'arma e riprende a far fuoco da lì. È un errore: un passante, Ahmed al Ahmed, 43 anni, trova il coraggio di sgusciare tra le macchine parcheggiate e salta addosso al terrorista, gli strappa il fucile di mano e glielo punta contro. Un video girato da un drone che volteggia sopra il ponte riprende poco dopo il criminale già a terra, privo di sensi. L'altro terrorista è ancora in piedi e continua a fare fuoco, riparandosi dietro le spallette, ma gli agenti che avanzano sparando tra le auto ormai lo hanno accerchiato. Viene colpito anche lui, cade al suolo. È finita.
I bagnini aiutano a portare via i feriti sulle tavole da surf. Sulla spiaggia di Bondi restano il suono delle sirene e il pianto di chi era andato al mare per una festa e si è ritrovato vittima di una mattanza.
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