Bimbo ritrovato, il precedente: Nicola, salvato dopo 2 giorni nel 2021

La Redazione Web
Il bambino aveva 21 mesi: si allontanò dal casolare in Alto Mugello dopo che i genitori lo misero a letto e a ritrovarlo in una scarpata fu un giornalista della Rai
Le immagini diffuse dalla Rai nei giorni del ritrovamento
Le immagini diffuse dalla Rai nei giorni del ritrovamento
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Nicola, a neanche due anni di età, riuscì a trascorrere da solo due notti nel bosco, in montagna, venendo ritrovato tra la vegetazione in una scarpata, spaventato, di certo affamato e assetato, ma in buone condizioni. Era giugno di quattro anni fa, a Palazzuolo sul Senio, in Alto Mugello (Firenze). Il piccolo, 21 mesi, il 21 giugno 2021 fu messo a letto ma la sera stessa riuscì a uscire dal casolare di famiglia a Campanara, nel mezzo di un Appenino incontaminato, scomparendo nel nulla.

Le ricerche

Le ricerche coinvolsero, secondo quanto disse l’allora sindaco di Palazzuolo Gian Piero Philip Moschetti, quasi mille persone in due giorni tra forze dell’ordine, gente del posto, vigili del fuoco, volontari della protezione civile: fu battuta un’area di circa 10 km quadrati, impiegando anche elicotteri col termoscanner e facendo intervenire i sommozzatori per escludere che il piccolo fosse finito in un laghetto.

Il ritrovamento

A ritrovare il bambino, la mattina del 23 giugno, un giornalista della «Vita in diretta» della Rai, Giuseppe Di Tommaso. «Ero in macchina con la troupe quando ho chiesto di scendere – raccontò –. Sono rimasto da solo e ho sentito una voce in fondo ad un burrone. Ho pensato fosse suggestione ma mi sono messo a urlare “Nicola, Nicola”. La risposta è stata “mamma, mamma”. Così sono risalito di corsa e ho fermato una macchina, che era quella dei carabinieri, che poi sono scesi a recuperare il bambino».

A calarsi giù per 25 metri e recuperare Nicola fu Danilo Ciccarelli, che allora comandava la stazione dell’Arma di Scarperia. «Chiamavamo in continuazione il bambino – raccontò il militare – ma non rispondeva. Poi ho sentito dei lamenti più chiari, mi aspettavo che uscisse fuori un animale, invece è sbucato Nicola con la testolina tra l’erba alta, mi ha detto “mamma”, mi sono avvicinato e mi ha abbracciato subito. Non aveva nulla, solo un piccolo bernoccolo e qualche graffio. Poi mi si è aggrappato al collo, l’ho portato piano piano in strada». Dopo una notte di ospedale il piccolo tornò dal fratellino maggiore e dai genitori, apicoltori, nel casolare di Campanara, raggiungibile solo da una mulattiera.

La ricostruzione

Secondo quanto ricostruito all’epoca, il bambino, messo al letto con ancora i sandalini ai piedi, si sarebbe svegliato e sarebbe uscito. Descritto come un bimbo «molto vispo», abituato a vivere all’aria aperta e a muoversi da solo nelle immediate vicinanze di casa, si sarebbe allontanato aiutato anche dalla luce della luna quasi piena per poi perdersi. Quando fu ritrovato Nicola era a circa tre chilometri da casa: fu ipotizzato che potesse aver vagato per quattro, cinque chilometri tra sentieri e bosco, ritrovandosi poi nella scarpata dove fu recuperato.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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