Trasferta amara per i biker bresciani: sette moto rubate in Francia

Disavventura per undici amici in viaggio a Grenoble: «Il furto di notte nei garage dell’hotel, rientrare in Italia è stata un’odissea»
Il gruppo sul percorso prima del furto - © www.giornaledibrescia.it
Il gruppo sul percorso prima del furto - © www.giornaledibrescia.it
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L’incubo si è materializzato in un attimo. Il tempo di vedere salire la saracinesca del garage dell’hotel e realizzare che dietro non c’erano più sette delle undici moto che erano state parcheggiate, si pensava al sicuro, la sera precedente. È finito nel peggiore dei modi il ponte del 2 giugno di un gruppo di appassionati di moto bresciani nel «parco del Vercors», nelle Alpi francesi.

Il racconto

«Siamo partiti sabato da Brescia, Gussago, Villa Carcina, ma qualcuno anche da fuori. Il nostro obiettivo era il Vercors, un anello di 260 chilometri amatissimo dai motociclisti, e in effetti è stato davvero molto suggestivo», racconta Enzo, uno degli sfortunati biker bresciani. E ad onor del vero tutto è andato benissimo fino a prima del rientro. «Avevo scelto quell’hotel di Grenoble proprio perché aveva il garage: c’era la serranda e anche le telecamere. Ci sentivamo sicuri». Ma purtroppo non è stato così. «La mattina di lunedì, quando dovevamo partire, siamo andati in garage e delle undici moto che avevamo sette erano sparite. Hanno preso tutte le Bmw, le Gs. Le altre non le hanno toccate». Moto di un discreto valore se si considera, per esempio, che quella di Enzo aveva solo due mesi di vita.

La denuncia e il rientro

«Siamo rimasti senza parole. Il direttore dell’hotel ha visionato le riprese delle telecamere e visto che alle 2.30 di notte alcune persone incappucciate sono entrate nel garage e hanno portato via le nostre moto: evidentemente fuori avevano un furgone». A quel punto il direttore dell’hotel «ci ha accompagnato dalla Polizia per fare denuncia ma è stato l’unico supporto che ci ha dato. Anzi, poi ci ha detto di liberare velocemente le camere». Per i biker rimasti senza moto «anche tornare è stata una odissea: non c’erano posti sugli aerei o sui treni e neppure sui bus. L’unico che ci ha aiutato è stato Danilo Ferraglio, che ha un Ncc a Villa Carcina, ed è venuto a prenderci con due mezzi perché eravamo in 11». Il gruppo non ha dubbi: «Qualcuno ha segnalato le nostre moto, non ci sono altre spiegazioni. Abbiamo saputo che ad altri motociclisti era già capitata la stessa cosa». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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