Berlusconi Market, chieste condanne anche per spaccio di droga

Gli imputati consegnano in procura 2,5 milioni di euro in bitcoin, il frutto del loro business illecito. Nel 2021 condannati per associazione per delinquere
Un hacker informatico (foto simbolica)
Un hacker informatico (foto simbolica)
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Altro processo per i gestori del Berlusconi Market, il bazaar del deep web sul quale tra il 2017 e il 2019, i frequentatori del lato oscuro della rete potevano acquistare di tutto, dalle armi ai documenti falsi.

Dopo le condanne a 4 anni per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di svariati reati arrivate nell’aprile del 2021 gli organizzatori, i direttori e i promotori – che nella vita sono trentenni con lauree in medicina ed ingegneria, e nel giro erano noti ai loro acquirenti con i nickname di G00D00, ma anche di Vladimir Putin e Emanuel Macron - sono tornati in aula per rispondere di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Secondo la ricostruzione del pm Erica Battaglia sono decine di migliaia le transazioni illecite compiute attraverso la piattaforma, molteplici le cessioni di droga, in particolare di cocaina sfruttando la copertura offerta dal deep web.

La richiesta di condanna

Nei confronti dei cinque, a quali si deve aggiungere un sesto imputato che ha scelto di farsi processare a dibattimento e che sarà in aula a febbraio, il pubblico ministero ha chiesto condanne tra i cinque anni e i nove anni e tre mesi di reclusione.

Il giudice dell’udienza preliminare ha aggiornato il processo al prossimo 8 gennaio per la discussione dei difensori degli imputati, gli avvocati Giambattista Scalvi, Gianluca Loconsole e Federico Straziota e per la possibile camera di consiglio per la decisione del verdetto.

In Procura con i bitcoin

In attesa dell’udienza, accompagnato dai suoi legali, uno degli imputati anche a nome degli altri due gestori del Berlusconi Market si è presentato in procura ed ha consegnato una chiavetta usb particolarmente ricca. Stoccati al suo interno una trentina di bitcoin del valore complessivo di circa 2 milioni e mezzo di euro. Si tratterebbe di proventi (di una parte, per gli inquirenti) dei traffici illeciti compiuti in questi anni. Di fatto il tentativo, che dovrebbe andare a buon fine, di ottenere una rimodulazione della richieste dell’accusa e pertanto, in caso di condanna, di un conto meno salato.

Tra gli imputati non c’è l’organizzatore del Berlusconi Market salito agli onori delle cronache nelle scorse settimane perché scoperto con le mani nei server della procura e, in particolare, in quelli della pm titolare delle indagini che portarono alla scoperta del bazaar dell’illecito online e alla sua condanna.

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