CronacaBassa

È morto il bambino di 4 anni caduto in piscina a Castrezzato

La Procura ha aperto un inchiesta: il piccolo Michael di Rovato era sfuggito al padre ed era stato ritrovato riverso in acqua
La piscina di Castrezzato dove è avvenuto l'incidente - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
La piscina di Castrezzato dove è avvenuto l'incidente - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Le flebili speranze si sono definitivamente spente in serata. Quando i medici dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo hanno dichiarato il decesso del piccolo Michael, il bambino di quattro anni che venerdì pomeriggio era caduto nella piscina di un parco acquatico di Castrezzato, in provincia di Brescia. Le sue condizioni erano apparse fin da subito disperate e la famiglia fino all’ultimo ha sperato comunque in un miracolo. I genitori sono residenti a Rovato ed erano andati già altre volte al parco acquatico con il figlio, che però pare non sapesse nuotare.

La vicenda

Il bambino venerdì nel primo pomeriggio era in compagnia del padre che lo ha perso di vista e quando ha iniziato a cercarlo ha notato in acqua il corpicino che galleggiava esanime. I soccorsi sono stati veloci, stando a quanto raccontato dai testimoni, e il quadro clinico complesso ha spinto i medici a trasportare in elisoccorso il minore all’ospedale di Bergamo dove è stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva pediatrica. Quanto sia rimasto nell’acqua della piscina non è al momento ancora chiaro.

Nell’ambito dell’inchiesta del pubblico ministero di Brescia Caty Bressanelli, nelle prossime ore i carabinieri ascolteranno i genitori del bambino e i bagnini presenti al momento della tragedia nel parco acquatico gestito da una società privata. Da valutare eventuali profili di responsabilità in un dramma figlio anche della fatalità.

Annegamenti

Secondo l’ultimo rapporto dell'Osservatorio per lo sviluppo di una strategia nazionale di prevenzione degli annegamenti e incidenti in acque di balneazione, ogni anno in Italia muoiono circa 330 persone per annegamento e il 53% delle vittime non ha ancora compiuto 12 anni. Si tratta di circa 41 decessi ogni anno che riguardano bambini o ragazzi adolescenti, con i maschi che rappresentano ben l'81% di tutte le mortalità per annegamento in età pediatrica. «Instaurare un corretto rapporto con l'acqua è fondamentale per la crescita dei nostri bambini, e con alcune attenzioni si possono ridurre i rischi», afferma Andrea Piccioli, direttore generale dell’Istituto Superiore di Sanità.

I casi aumentano con l’aumentare dell’età, anche se non in maniera lineare (la fascia di età 1-4 anni presenta più casi di quella 5-9 anni), fino agli adolescenti. «L’acqua – spiega Vincenzo Ferrara, che ha curato il rapporto – anche quando è una pozza d’acqua o uno stagno, esercita un’attrazione fatale su qualsiasi bambino”.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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