Caso attiviste, l’avvocata: «Cosa dice la legge sulle perquisizioni»

La perquisizione è un mezzo di ricerca della prova, disposta dal pubblico ministero e può riguardare persone o luoghi «quando vi è fondato motivo di ritenere che taluno occulti sulla persona il corpo del reato o cose pertinenti al reato». L’esecuzione spetta alla polizia giudiziaria. In caso di flagranza del reato, anche la polizia giudiziaria può procedere alla perquisizione personale alle stesse condizioni; polizia che ha poi l’obbligo di riferire al pubblico ministero, il quale deve decidere se la polizia abbia rispettato le condizioni previste dalla legge.
L’ispezione
Diversa dalla perquisizione è l’ispezione: un atto di ricerca della prova, che si svolge sulla persona per cercare «tracce e gli altri effetti materiali del reato». Atto questo che solo il pubblico ministero può disporre.
La legge stabilisce che perquisizione e ispezione della persona devono essere eseguite «nel rispetto della dignità e, nel limite del possibile, del pudore di chi vi è sottoposto».
Tutti comprendiamo l’invasività di un atto che si svolge sul corpo della persona. Per questo, con la legge Cartabia del 2022 si è previsto che contro il decreto di perquisizione si possa proporre opposizione: il giudice deciderà se la perquisizione sia stata disposta «fuori dei casi previsti dalla legge». Inoltre, il codice penale punisce la condotta del pubblico ufficiale che esegua un’ispezione o una perquisizione con abuso dei poteri inerenti alle sue funzioni.

I comunicati e i video
Il comunicato della Questura di Brescia del 14 gennaio dà conto di perquisizioni che, «per le donne» sono state svolte da personale femminile. Secondo il comunicato, l’attività è avvenuta ricercando «eventuali oggetti pericolosi» mentre le persone eseguivano la richiesta di «piegarsi sulle gambe». Dalle dichiarazioni disponibili in rete delle persone portate in Questura, l’attività di perquisizione si sarebbe svolta con denudamento solo delle persone di sesso femminile, rimossi alle sole persone di sesso femminile gli indumenti intimi, in un ambiente non riservato.
Dal comunicato ufficiale risulta che l’accompagnamento è stato disposto in ragione di «ripetute condotte illecite che minavano costantemente l’ordine e la sicurezza pubblica», condotte illecite che non vengono però meglio descritte.
Si fa poi riferimento alla necessità di ripristinare la viabilità e lo svolgimento delle azioni produttive. Non si comprende dal comunicato quali fossero i motivi per cui si pensasse che corpi di reato o tracce di reato potessero essere occultati sulla persona al punto da essere rintracciabili solo facendo piegare le gambe, in assenza di un decreto del pubblico ministero che abbia ritenuto necessaria l’ispezione personale; nemmeno risulta che l’attività della polizia, con le descritte modalità, sia avvenuta anche sulle persone di sesso maschile. Discriminazione questa che, ulteriormente, rileverebbe nella valutazione circa il rispetto della dignità della persona interessata.
Spetta ora al pubblico ministero esaminare l’attività compiuta dalla polizia e decidere se convalidarla, motivando a questo punto la propria decisione, anche alla luce del fatto che le condotte paiono ricondursi ad iniziative di protesta e dissenso politico.
Avvocata Valeria Cominotti, vicepresidente del Consiglio Ordine avvocati Brescia
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.
