Attentato alla Polgai, la pm chiede 20 anni per l’anarchico Sorroche

Altri sei anni. Da aggiungere ai 14 e 10 mesi che sta già scontando per l’attentato alla sede della Lega di Villorba. Tanti ne ha chiesti il sostituto procuratore Erica Battaglia per Juan Antonio Sorroche, l’anarchico spagnolo a processo per l’attentato alla Polgai di Brescia commesso il 18 dicembre di dieci anni fa. Secondo l’accusa l’attentato bresciano e quello trevigiano, avvenuto quasi tre anni dopo, sono collegati dallo stesso disegno anarco-insurrezionalista, del quale Sorroche è portatore, e devono essere giudicati pertanto in continuazione.
L’accusa
Contro l’anarchico spagnolo per l’accusa ci sono: la sua indubbia adesione al movimento che ha rivendicato la bomba esplosa quella notte in via Vittorio Veneto, le analogie con l’attentato di Villorba, per il quale è già stato condannato con sentenza definitiva, la paternità della rivendicazione, che si desume da errori sintattici e linguistici analoghi in altri scritti a lui riconducibili, e soprattutto la traccia del suo dna isolata su un brandello di tessuto, recuperato sul luogo dello scoppio e appartenuto allo zaino nel quale la bomba era nascosta. Letti in modo unitario, per l’accusa, «gli indizi sono gravi, univoci e concordati: Sorroche va condannato».
L’avvocatura dello Stato in difesa del ministero dell’Interno, oltre alla pena detentiva, ha chiesto alla Corte di condannare Sorroche a versare 1 milione di euro a titolo di risarcimento dei danni materiali e morali.
Registrata la requisitoria della pm, la presidente della Corte d’assise Cristina Amalia Ardenghi ha aggiornato il processo al prossimo 15 gennaio per l’intervento della difesa e la sentenza.
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