Ambulatori temporanei per contrastare la carenza di medici di famiglia

La proposta di Bertolaso è contenuta nelle «Regole 2024» della sanità lombarda deliberate dalla Giunta
Grandi difficoltà per le visite domiciliari - © www.giornaledibrescia.it
Grandi difficoltà per le visite domiciliari - © www.giornaledibrescia.it
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Ambulatori temporanei, interni agli ospedali o diffusi sul territorio, dedicati ai pazienti cui non è possibile assegnare un medico di famiglia.

Saranno aperti nei giorni diurni feriali e vi opereranno medici di medicina generale e di continuità assistenziale (ex guardia medica) per un totale di quindici ore alla settimana, in proporzione al numero di assistiti scoperti.

Le regole 

È questo un ulteriore asso, calato dalla Giunta regionale lombarda - su proposta dell’assessore al Welfare Guido Bertolaso - con le regole di programmazione della sanità per il 2024, per far fronte alla carenza di medici di medicina generale che sta condizionando in modo significativo la risposta ai bisogni di salute e assistenza dei cittadini.

Una risposta che ritarda quando gli assistiti hanno la sventura di «perdere» per pensionamento lo storico medico di famiglia e che viene poi fornita centellinata, soprattutto nelle aree geograficamente più disagiate della nostra provincia.

Raggio di sole

Dalla lettura dei dati forniti dall’Asst Spedali Civili, l’azienda sociosanitaria territoriale cui fa capo, dallo scorso primo gennaio e per l’area di sua competenza, il Dipartimento delle Cure primarie già di Ats, trapela qualche elemento di ottimismo: «Ad oggi nel nostro territorio le misure, qualora nessun medico si renda disponibile per l’incarico provvisorio, non sono attive perché non se ne è rilevata la necessità. Sono state utilizzate in passato sia con l’aumento massimale sia con l’ambulatorio medico temporaneo, fino ad inserimento del un nuovo medico titolare» spiega Elena Belli, direttrice del Dipartimento Cure primarie.

È una fase di «stabilità» che si inserisce in un quadro complesso in cui, proprio perché il numero dei medici che va in pensione non è compensato dall’inserimento adeguato di nuovi professionisti, il disagio per i cittadini è dietro l’angolo.

Nessuno senza 

Ancora Belli: «Nel territorio della nostra Asst, ad oggi, tutti i cittadini hanno un medico di riferimento che garantisce loro l’assistenza primaria, attraverso titolari, due incarichi provvisori e una ventina di medici che sta frequentano il corso di formazione. Corso che, nel triennio, ha 110 iscritti per il polo formativo delle Asst Spedali Civili e Franciacorta. Nel 2023, per l’area di nostra competenza, sono andati in pensione venti medici e se ne sono convenzionati trenta».

Gli incarichi provvisori vengono conferiti quando un medico cessa e si crea una carenza assistenziale. Se non ci sono nemmeno medici «provvisori», ecco allora che entrano in campo altre misure descritte anche nella regole di programmazione 2024. La prima: autorizzare, su base volontaria, l’aumento provvisorio del massimale individuale fino a 1.800 iscritti ai medici di medicina generale dell’ambito di assistenza primaria ove si riscontra l’effettiva carenza.

Poi, come annunciato in delibera, attivare, in via temporanea, nei giorni feriali, «ambulatori medici temporanei» per un totale massimo di 15 ore alla settimana per i pazienti cui non è possibile assegnare un medico. Infine, richiedere ad altri medici di medicina generale la disponibilità a prestare, «al di fuori del proprio orario di servizio e senza penalizzazione delle proprie attività di ambulatorio, un servizio di assistenza primaria ai cittadini temporaneamente sprovvisti di medico erogando la prestazione come occasionale».

Burocrazia addio?

Una delle cause della disaffezione dei giovani verso la medicina generale è l’eccessiva burocratizzazione dell’attività con l’informatica che spesso ha la meglio, in termini di tempo, sulla cura.

La promessa regionale è che «saranno analizzate e proposte dalla Direzione generale Welfare soluzioni di semplificazione delle pratiche burocratiche e che verranno definite agevolazioni per medici e personale sanitario, in collaborazione con enti locali, altri assessorati e aziende pubbliche locali».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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