Alta Valcamonica: «L’imposta non venga snaturata»

Sindaci concordi nel dire che il gettito dovrebbe essere reinvestito nel settore turistico
Turisti in Alta Valle Camonica © www.giornaledibrescia.it
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Pareri diversi, sfumature diverse, ma ad accomunare amministratori e albergatori camuni rispetto alla nuova tassa di soggiorno è un fattore: lo scetticismo. Nelle more della definizione dei dettagli, in molti preferiscono essere cauti. Come il sindaco di Ponte di Legno Ivan Faustinelli: la sua Amministrazione incassa circa mezzo milione l’anno dalla tassa di soggiorno e fino all’ultimo centesimo vengono investiti nel settore turistico, soprattutto per eventi. «Per noi è tema complesso - chiosa Faustinelli -, avremmo potuto aumentarla anche prima e questa decisione non ci cambia la vita. Va capito bene se i cinque euro sono l’importo minimo o si può scegliere, in questo secondo caso noi la lasceremmo così com’è, diversamente porteremo a 5 euro e avremo più soldi per pagare gli eventi, per i quali spendiamo circa un milione l’anno. Sono convinto che arriveranno meno trasferimenti dallo Stato, ma l’impatto maggiore potrebbe essere sui comuni non turistici».

Scetticismo

Molto più scettici gli albergatori dell’alta Valcamonica: «Credo che l’aumento, deciso a tavolino dallo Stato, sia folle - afferma Graziano Pennacchio, titolare dell’hotel Sciatori a Temù -. La tariffa dev’essere decisa dalla singola Amministrazione in virtù della conoscenza del mercato della propria destinazione. Il problema sta nel fatto che spesso le Amministrazioni fanno una valutazione e un aumento della tassa solo in riferimento alle necessità contabili, non basandosi sul discorso professionale per migliorare il turismo della propria destinazione. È una posizione condivisa anche da Federalberghi Brescia».

Sulla stessa linea, ma con sfumature diverse, Ennio Donati del Bellavista di Ponte: «Se si pensa di risolvere il problema dell’overtourism alzando le tasse è un errore. La tassa di soggiorno è già altissima, ma non disincentiva, piuttosto sarebbe meglio limitare e legiferare sul dilagante fenomeno degli affitti brevi».

Più a sud, a Borno, l’Amministrazione ha introdotto lo scorso giugno la tassa di soggiorno: «I ricavi servono per mantenere e, se possibile, implementare i servizi che le località turistiche offrono - dice il sindaco Matteo Rivadossi -. La bozza di norma prevede che una parte venga invece destinata ai rifiuti: secondo me verrebbe snaturato il principio della tassa stessa. Sono favorevole alla tassa di soggiorno se finalizzata alle attività turistiche, non lo sono per aumenti stellari, perché potrebbe ricadere negativamente sul turista e, di conseguenza, sulle attività ricettive oltre che su tutto il comparto e sull’indotto. Auspico quindi un aumento sostenibile».

A Borno la tassa è calmierata: 50 centesimi per rifugi e ostelli, sino a 1,50 euro per i 4 stelle.

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