Allerta Fentanyl ma nel Bresciano la vera emergenza è il ritorno del crack

Dell’allerta arrivata a marzo e del primo riscontro in Italia della scorsa settimana non si è stupito nessuno. Medici, operatori dei servizi dipendenze, investigatori specializzati nei servizi antidroga.
Tutti sapevano che il Fentanyl, oppioide chimico utilizzato nell’industria farmaceutica e utilizzato come droga sintetica a basso costo, sarebbe arrivato nel nostro territorio. Nel Bresciano ci sono stati sporadici riscontri in passato, nulla di recente.
Chi lavora, su diversi fronti, a contatto con il mondo dello spaccio, quello di strada, non ha dubbi: «Arriverà, costa poco, lo troveremo dappertutto. Ci saranno intossicati e potrebbe scapparci il morto, soprattutto i primi tempi quando i consumatori non saranno abituati a maneggiarlo, a dosarlo».
Per i professionisti del settore però la frontiera oggi è un’altra. Quella del crack. Chi lavora a contatto con i consumatori sente sempre più spesso raccontare che, per necessità prima che per scelta, dalla cocaina si è passati al crack. Chi contrasta lo spaccio di strada ha documentato anelli della catena che, per moltiplicare la materia prima e stringere ancora di più il legame con la clientela, mettono in commercio a basso costo il devastante mix.
La situazione
Da circa un anno il fenomeno crack, anche a Brescia, ha una dimensione rilevante. «La dose deve essere inalata, spesso insieme all’ammoniaca, più raramente con il bicarbonato di sodio, e produce un effetto immediato. Rapido e intenso» spiega chi quotidianamente incontra i consumatori.
«Una dose non basta. La dipendenza diventa immediatamente fortissima e così anche le modifiche del carattere, dello schema di comportamento e di conseguenza delle relazioni sociali». Sulla strada «chi spaccia per mantenere la propria dipendenza cerca di cuocere la cocaina nell’ammoniaca per aumentarne l’effetto e poter servire clienti e soddisfare la propria necessità. E poi c’è una fascia di spacciatori più subdoli che propongono il crack quando vedono una persona in astinenza, per schiavizzarla ancora di più».
Queste persone «sono spesso quelle che non possono consumare droghe in luoghi puliti, che vivono per strada e in situazioni igieniche critiche. Le piaghe, le cancrene, i buchi nelle pelle sono il risultato degli effetti della droga in quell’ambiente».
Le prospettive
«A Brescia la cocaina non ha mai conosciuto crisi e anche per questo il crack si diffonde facilmente, raccogliendo e investendo le briciole delle grosse partite», spiega un investigatore. «Per gli oppioidi sintetici per ora abbiamo visto tentativi di truffa con ricette falsificate o qualche furto in strutture sanitarie ma non ci vorrà molto prima che i prodotti esteri a basso costo che si trovano nel dark web entrino nel nostro mercato».
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