Il super cargo Usa e quel (nuovo) strano volo tra l’Olanda e Ghedi

Da Volkel, in Olanda, a Ghedi. Un volo di oltre 700 km quello che ieri un gigante dell’aria, un C-17 Globmaster III del 62nd Airlift Wing dell’aviazione militare americana (identificativo Rch458) ha effettuato ieri nel primo pomeriggio, arrivando all’aeroporto del 6° Stormo pochi minuti prima delle 16.
Una presenza che non poteva passare inosservata, date le imponenti dimensioni del velivolo, un cargo che appartiene al solo reparto Usaf abilitato al trasporto intercontinentale di bombe atomiche tattiche del tipo B61-12, quelle che secondo la Federazione degli scienziati americani che monitorano la dislocazione dell’arsenale atomico mondiale sono custodite proprio a Ghedi.
Il volo e il carico

Non si può escludere che il velivolo, giunto da Tahoma (base Lewis-McChord), nello Stato nord orientale di Washington e transitato per la base Nato di Ramstein, in Germania, prima di approdare nei Paesi Bassi, abbia portato nell’aerobase bresciana uno o più ordigni di tale natura. A suffragio di tale ipotesi potrebbe essere il fatto che il cargo militare sia transitato proprio dalla base di Volkel, una delle poche in Europa che, al pari di Ghedi, ospiterebbe parte dell’arsenale di deterrenza che gli Usa hanno nel Vecchio Continente. Proprio nella base olandese lo scorso mese si è svolta l’esercitazione Nato Steadfast Noon, che ha coinvolto assieme all’Italia, altri tredici Paesi e un totale di 71 aerei. Tra questi anche gli F-35 di Ghedi, abilitati all’uso delle B61-12.
A suffragio dell’ipotesi che il C17 trasportasse dispositivi nucleari potrebbe essere interpretato anche il fatto che nella sua rotta il velivolo ha accuratamente evitato di sorvolare i confini svizzeri, dal momento che gli elvetici non aderiscono al trattato che consente il trasporto di materiale bellico non convenzionale. Circostanza che tuttavia potrebbe non essere del tutto indicativa.
Per minimizzare i rischi, in altre situazioni, come nell’aprile 2023, un C-17 dello stesso reparto Usaf era giunto a Ghedi addirittura effettuando il periplo della costa atlantica d’Europa e risalendo da Gibilterra sino al Bresciano, così da sorvolare il più possibile il mare aperto.
Altre ipotesi
Non si può escludere, tuttavia, che il volo si sia limitato a ritrasferire a Ghedi parte del personale e delle attrezzature del 704th Munss, reparto di logistica americano specializzato nella manutenzione di ordigni atomici di stanza nella Bassa Bresciana da Volkel, dove è verosimile che abbiano preso parte nelle scorse settimane alla citata esercitazione, la più importante per l’ambito «non convenzionale» delle forze del Patto Atlantico.
Dati i venti di guerra che imperversano, l’eventualità che Usaf e Nato possano ridislocare gli ordigni presenti nelle varie basi in Europa attrezzate per accoglierli non è remota. Né si può escludere che simili voli – avvenuti in chiaro: cioè con i transponder degli aerei accesi e ben visibili anche dai sistemi di tracciamento radar accessibili a qualunque utente della rete – siano in realtà «specchietti per le allodole», per confondere cioè eventuali osservatori, russi o di altri Paesi.
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