Adro, stop alla Città del vino: tensioni in Consiglio comunale

Città del vino out, piano per il diritto allo studio... ok. È l’esito – in estrema sintesi – del Consiglio comunale di Adro, che ha visto il ritorno, sui banchi dell’opposizione, dell’ex sindaco ed ex europarlamentare della Lega, Danilo Oscar Lancini. La maggioranza che sostiene l’attuale primo cittadino, Davide Moretti, ha dato via libera alla variante al Pgt che, riportando l’uso agricolo sui 35mila metri quadrati di via Cattaneo e via Per Torbiato, mette la parola fine sul maxi investimento da circa 15 milioni (la Città del vino, appunto) ipotizzato dalla precedente Giunta a trazione Carroccio.
Intesa
La variante è stata preceduta da un accordo con gli espropriati, evitando così i possibili rischi legati alle procedure legali in corso. «A febbraio ci sarà l’udienza – ha detto Moretti – e senza un’intesa il Comune avrebbe rischiato dissesto finanziario», stante la differenza di valore tra quanto pagato nel 2020 dal Comune (10 euro al metro quadro) e quanto invece richiesto (39 euro).
Moretti ha voluto però intervenire anche nel merito del progetto, «che non ha né un contorno definito né finanziamenti (quelli previsti da privati, ndr) certi». Senza intesa, «il Comune rischierebbe di dover pagare indennizzi fino a quasi 2 milioni di euro, tra interessi e spese legali». Contrarietà è arrivata dalla Lega, con la replica di Lancini: «I fondi ci sono. Dovreste essere sinceri, dicendo che non volete realizzare l’opera».
Opposti fronti
Altri botta e risposta hanno riguardato il piano per il diritto allo studio, dove spicca lo stop al sostegno alla New Green School di via Nigoline. Per l’assessore Laura Gatti «i tre quarti degli alunni non sono residenti ad Adro». La Lega ha posto l’accento tuttavia «sulle 34 famiglie adrensi che hanno figli nella scuola, lasciate senza supporto», ma per il Comune «ci sono per loro posti disponibili in altre realtà del territorio».

Muro contro muro, infine, pure sul regolamento comunale sui patrocini, su due punti. Oltre a prevedere la concessione direttamente al primo cittadino, il testo ora non prevede più come condizione necessaria l’assenza di barriere architettoniche negli spazi degli eventi patrocinati. Una scelta che la vicesindaca e assessora alla cultura, Elena Facondo, ha motivato con la volontà di «includere nel patrocinio un numero maggiore di iniziative, pur privilegiando comunque chi sceglie sedi senza barriere».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.