Cronaca

Adiconsum Brescia: «Se rincarano i beni di casa nostra qualcosa non va»

Il presidente di Adiconsum Brescia commenta i dati nazionali e locali
Un ristorante
Un ristorante
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«Brescia sedicesima nella classifica delle città più care? Sarà, ma va anche detto che la nostra città è da tempo in linea con il tasso d’inflazione nazionale: quando se ne è discostata, è avvenuto in misura minima».

Giovanni Punzi, presidente di Adiconsum Brescia (Cisl), commenta i dati diffusi dall’Istat e quelli della Commissione del Comune di Brescia per il controllo della rilevazione dei prezzi al consumo, alla quale anche la sua associazione partecipa. E, riguardo a questi ultimi, si sofferma in particolare su quel primo posto per rincari occupato dai servizi ricettivi e di ristorazione sia nel confronto con il mese di giugno sia rispetto all’anno scorso: «È un aumento esponenziale e inspiegabile, nel senso che si capisce il rincaro di un prodotto importato come il caffè ma sui servizi di casa nostra c’è evidentemente qualcosa che non va a livello nazionale. La domanda quindi è questa: che cosa ci sfugge? Perché non riusciamo a controllare questi aumenti?».

Lo stesso dicasi per il carrello della spesa: «Nemmeno l’iniziativa governativa del "bollino tricolore" ha funzionato, bisogna trovare altre soluzioni, innanzitutto fare delle verifiche sui beni che non sono sottoposti a dazi».

Intanto i consumatori stanno cambiando le loro abitudini: sulle vacanze, sulla spesa dei prodotti alimentari e di quel che in generale serve in casa. «Ovviamente i consumatori che si rivolgono a noi sono quelli coinvolti in qualche contenzioso, ma dal nostro osservatorio possiamo confermare la riduzione delle vacanze e la grande attenzione alle offerte quando si tratta di rifornire la dispensa». A proposito di vacanze, Punzi esprime una preoccupazione: «Alcuni consumatori acquistano soprattutto biglietti aerei online da compagnie senza base solida in Italia, così in caso di problemi è difficile trovare una soluzione».

Ma agosto è anche già tempo di spese scolastiche, soprattutto per i libri di testo. «Sono uscite che pesano sul bilancio delle famiglie italiane e bresciane – osserva ancora il presidente dell’Associazione difesa consumatori – ma di solito non comportano significative variazioni sull’aumento dei prezzi a livello statistico, anche perché la spesa per i libri ha un "tetto" stabilito per legge».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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