Adescava minori online con profili fake, com’è partita l’indagine

Dalla sua posizione di allenatore di squadre giovanili trovava i numeri di telefono o i contatti social dei minorenni. Giovanissimi giocatori che gli erano affidati oppure avversari che arrivavano in palestra per partite e tornei. E poi, usando profili fake che aveva creato rubando identità digitali e fotografie a due ignare ragazzine di 16 anni, adescava i maschietti per ottenere loro foto e video intimi. Un sistema collaudato che avrebbe funzionato per più di un anno e che ha portato la società sportiva per la quale lavorava, resasi conto che qualcosa non andava, ad allontanarlo.
Sono almeno 16 i ragazzini, tra i 13 e i 16 anni, adescati online da L.P., allenatore di basket di 29 anni residente in Valcamonica che da ieri si trova agli arresti domiciliari sulla base di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Brescia con gli elementi emersi grazie alle indagini dei carabinieri di Chiari.
La denuncia
L’indagine è partita grazie ad una famiglia della squadra in cui allenava il 29enne. Il padre del ragazzino, che all’epoca dei fatti aveva 13 anni, si è rivolto ad un suo vicino di casa brigadiere dell’Arma perché il figlio aveva ricevuto dei messaggi molto espliciti da un profilo social dove una sedicente «Marta, classe 2009» gli aveva anche mandato delle foto. Il ragazzo ha proseguito la chat con accanto i genitori e tutti gli screen sono finiti nelle mani dei carabinieri. Non solo. Lo stesso ragazzino ha spiegato di avere dei dubbi che dietro al profilo della ragazza ci potesse essere il suo allenatore perché lei gli chiedeva notizie di un infortunio di cui lui non le aveva raccontato ma di cui aveva parlato con l’allenatore.
#Brescia: adescava minori sui social simulando di essere una loro coetanea. Almeno 16 ragazzi contattati e indotti a condividere proprie foto intime. #Carabinieri arrestano un uomo
— Arma dei Carabinieri (@_Carabinieri_) October 23, 2025
📄➡️https://t.co/ZxBSkVQ5sw#PossiamoAiutarvi pic.twitter.com/LIKJyWRnOY
Per chi ha indagato, l’uomo aveva messo in piedi un «collaudato stratagemma per avvicinare online ragazzi minorenni, sfruttando falsi profili social. In particolare, utilizzando un account fake riconducibile a una ignara coetanea delle vittime, inviava loro messaggi seducenti e fotografie di giovani ragazze al fine di carpire la loro fiducia e indurli a inviare materiale di natura sessualmente esplicita».
Settimana dopo settimana, partita dopo partita, raccoglieva numeri di telefono di ragazzini. Nessun dubbio sul fatto che sapesse la loro età dato che, in una chat poi finita agli atti, l’adulto chiedeva al ragazzino di che anno fosse e quello, nel 2023, gli avesse risposto «Sono ’07».
Dopo la denuncia della famiglia del giovanissimo giocatore di basket i carabinieri hanno perquisito casa dell’allenatore, sequestrando due telefoni cellulari.
Profili e video
All’interno degli smartphone i carabinieri hanno trovato i profili fake che gestiva grazie all’utenza hackerata ad una 16enne e foto rubate ad un’altra, oltre alle conversazioni con almeno 16 minorenni diversi. Tutti sono stati convinti a inviargli foto e video sessualmente espliciti, materiale che è stato rintracciato nel telefono.
Le indagini hanno poi accertato che l’allenatore, cammuffando il cellulare in tasca, aveva realizzato video negli spogliatoi mentre i ragazzini si cambiavano o facevano la doccia e che aveva nascosto una microcamera in un gabinetto per riprendere i ragazzi quando lo usavano.
Per il Gip Alessandro D’Altilia «ha approfittato del proprio ruolo di allenatore di basket» per contattare i ragazzi.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.
