Accordo Arriva, oggi gli autisti si riuniscono in assemblea

Giornata nevralgica oggi per l’accordo sottoscritto nei giorni scorsi in «Arriva Brescia» che fissa un integrativo per i lavoratori. Stamattina è prevista un’assemblea dei dipendenti dell’azienda, quindi un incontro tra sindacati e impresa alla presenza dei vertici dell’Agenzia del Trasporto Pubblico Locale.
Nelle ultime ore è emerso come l’accordo stesso sia stato fatto oggetto di riserva (che potrebbe essere sbloccata oggi) da parte dell’impresa: le somme indicate sarebbero state oggetto di un’incomprensione tra le parti, anche se il testo scritto e firmato stabilisce importi da 100 euro al mese in welfare o 100 euro in busta, col premio quindi ridotto a 70. Oggi si capirà che cosa succederà all’intesa.
La replica
Intanto Uil trasporti - che ricordiamo non ha firmato l’accordo - ha spiegato in una nota che la mancata sottoscrizione è legata alla considerazione che «un accordo sindacale costruttivo deve essere per tutti, sia per chi guida che per chi non guida. Non deve poi ledere o smantellare le leggi nazionali (legge 104, malattie oncologiche, permessi sindacali) e deve essere strutturale e non con data di scadenza come merce avariata».
Secondo la Uil «firmare questo accordo sarebbe stato perseverare sugli sbagli. Sappiamo che oggi c’è un’azienda in estrema difficoltà a reperire il personale viaggiante e non solo, ma nonostante le chiusure di bilancio sempre con un enorme segno positivo da anni, non cerca di mediare su proposte concrete, ma fa accordi per noi al limite della legalità».
Criticità
In parallelo secondo la segreteria di Or.S.A. Trasporti «l’accordo sottoscritto è vincolante alla presenza ma loggandosi alle apparecchiature elettroniche di bordo. Conduent che in molti casi non sono funzionanti. Quindi il conducente è impossibilitato a farlo. Le apparecchiature non funzionanti non permettono di emettere biglietti e di validare ticket e abbonamenti dei passeggeri. Se le Rsu dichiarano di aver ottenuto più di quanto richiesto, la matematica dice che 50 euro in alto del cedolino rimangono a vita, e gli 8 euro richiesti di indennità di presenza giornaliera ammontano a 208 euro su 26 giorni di lavoro. Premesso questo, è inaccettabile che Rsu e azienda scarichino colpe sui lavoratori.
Le corse non saltano perché i lavoratori sono fannulloni: le corse saltano perché mancano autisti. Ci sono più di 100 turni appaltati ai terzisti. Lavoriamo in condizioni di stress allucinanti. Otto colleghi si sono licenziati in questi giorni. Lavora male tutto l’ambiente, non solo noi autisti, anche il personale del movimento che assegna turni o macchine non è nelle condizioni di operare bene perché il quadro turni esce in ritardo. Fino al tardo pomeriggio non sai quello che fai il giorno dopo. Qui poi non ci sono lavoratori fannulloni: diversi lavoratori si accollano più di quanto sono tenuti a fare per permettere all’azienda qualche copertura di corse in più. Lo stipendio è basso, il nostro contratto è scaduto da qualche mese, ma non è possibile che un azienda grande e leader del trasporto pubblico in Italia possa non occuparsi della qualità del lavoro e dei disagi dei passeggeri che non possono fruire di un servizio regolare».
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