A Brescia 100 Daspo Willy in meno di 3 anni: «Strumento che funziona e va incentivato»
Uno strumento che funziona, che garantisce tempi molto rapidi e che permette poi, in caso di comportamenti ripetuti, un’azione penale più incisiva.
Il questore di Brescia, Eugenio Spina, spiega l’utilizzo del Daspo Willy e del Daspo spaccio. «Uno strumento di prevenzione che consente all’autorità tecnica provinciale di pubblica sicurezza, il questore appunto, di vietare l’accesso ai luoghi dove si è commesso un reato per periodi che possono arrivare a tre anni e di farlo in tempi molto rapidi, 10 o 15 giorni da quando arriva la segnalazione».
Non solo. «Lo si può fare nei confronti di un indagato a patto che ci si basi sulla documentazione appropriata e si motivi la decisione nei termini previsti dalla legge».
A Brescia, nel 2022, anno in cui Spina si è insediato in via Botticelli, sono stati emessi 39 Daspo Willy mentre l’anno successivo sono stati 41. Il 2024, con i provvedimenti che sono scaturiti dopo due diverse risse in piazza Vittoria e diversi episodi in provincia, al 22 febbraio erano 16 ma altri 10 sono al vaglio e il numero è destinato a crescere già dalla prossima settimana.
I casi
Nel concreto sono state colpite da Daspo Willy persone che hanno preso parte a risse, che hanno commesso furti e rapine nei contesti della movida, ma anche chi ha spacciato droga. Nei loro confronti è stato emesso il divieto di frequentare uno specifico locale pubblico e tutti quelli della stessa zona. In alcuni casi anche fino a tre anni. «Personalmente credo molto nel Daspo e per questo stiamo promuovendo anche tra le Polizie locali l’uso di questo strumento – continua Spina –. Questa settimana, ad esempio, abbiamo tenuto un seminario in Valcamonica ospitato dalla Comunità montana e altri li faremo in altre zone della provincia».
Ad emettere il provvedimento infatti è il questore ma all’ufficio che se ne occupa, all’interno della Divisione Anticrimine, arrivano anche richieste di Daspo da parte delle stazioni Carabinieri del territorio e delle Polizie locali. L’Anticrimine istruisce la pratica, se necessario chiede ulteriori approfondimenti o li svolge direttamente e poi sottopone al questore il provvedimento per l’approvazione e la notifica all'interessato.
Daspo Urbano
Un discorso a parte lo merita il Daspo Urbano, di cui da più parti si chiede un maggiore utilizzo da parte dei sindaci. «È sempre il questore ad emetterlo, ma il percorso è diverso. Prima della firma del questore – illustra Spina – sono necessari provvedimenti del sindaco (allontanamento obbligatorio, ndr) ma il primo cittadino può procede in questo senso solo nei casi in cui le persone blocchino la fruizione di un certo spazio, e la legge li individua, con i propri comportamenti. In linea generale si può usare il Daspo Urbano contro ambulanti, parcheggiatori abusivi o ubriachi molesti ma solo nei pressi di stazioni, porti, metropolitane e complessi monumentali» spiega Spina. Per inserire altre zone della città «serve che il Comune produca uno specifico regolamento di Polizia urbana per individuare vie o piazze ma le motivazioni per cui emettere il Daspo Urbano restano quelle previste dalla legge».
Il commento
«L’appello del questore Spina sull’adozione anche da parte dei sindaci dello strumento del Daspo evidenzia come la nostra città, in questa fase emergenziale, debba mettere in campo tutti gli strumenti che le norme consentono. Il sindaco ne prenda atto e proceda alla modifica del regolamento di Polizia urbana inserendo lo strumento del daspo. Preveda, inoltre, che gli agenti vengano destinati prioritariamente al presidio del territorio in divisa e in borghese dotati di strumenti efficaci come il taser, il cui utilizzo oggi è consentito a tutte le polizie locali d’Italia».
Così si esprime in una nota Simona Bordonali, deputato della Lega Salvini Premier che poi entra in maniera più specifica sul tema della sicurezza cittadina in seguito alla recente rapina sotto i portici di X Giornate.
«Il sindaco Castelletti e l’assessore Muchetti dopo aver continuamente negato per mesi gli evidenti problemi di sicurezza che colpiscono la nostra città, sembrano essersi svegliati dal torpore. Purtroppo anziché prendere atto delle carenze della loro politica che ha deciso di non destinare i 300 agenti di polizia Locale di cui dispongono al controllo della città, ha dirottato le responsabilità unicamente su prefetto, questore e comandante dei Carabinieri ai quali va invece un grande ringraziamento per il lavoro che giornalmente svolgono. Mi chiedo se sarebbero riusciti a scappare in monopattino i due ladri che hanno colpito in via X Giornate se si fossero trovati davanti agenti della locale con il taser? Facciamo chiarezza: il sindaco è il primo responsabile della sicurezza dei cittadini. Tutte le forze di polizia nell’ambito delle proprie competenze devono concorrere al controllo del territorio» conclude Bordonali.
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