Museo Santa Giulia: storie di talenti diversi che insieme generano perfezione

Attraversando ogni stanza si può sentire il respiro millenario di un tesoro della storia bresciana
Il Museo Santa Giulia a Brescia - © www.giornaledibrescia.it
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Se ci vai pensando di archiviarla come gitarella in un museo come tanti che hai già visitato ti stai sbagliando di grosso. Santa Giulia è una sorpresa in ogni millimetro.

Questa è sua peculiare virtù: che, di sala in sala, non ti aspetti mai di stare per vedere qualcosa di inaspettato e insieme così unico da lasciarti basito e invece eccolo lì. Qui più che altrove a ogni visitatore viene regalata l’occasione di gioire percorrendo un millennio e più anche senza essere preparato, lasciandosi sorprendere. Perché Santa Giulia è attrezzata per mostrarsi a te in tutta la sua seducente anima. Lei non ti ammorba, anzi ti guida con la morbidezza delle sue forme attraverso le ere. Ti mostra la preistoria, l’età romana e poi la sua longobarda austerità. Ma quanto sono belli i plutei, quelle lastre di pietra che, piatte come sono, hanno la virtù di avvolgerti con le loro figure istoriate? Chissà chi le ha realizzate, chissà a cosa si è ispirato.

Il bello di Santa Giulia è la sorpresa di incontrare qualcosa che non si spiega con le parole. È la bellezza imprevista e innegabile, che si replica in ogni vetrina, nelle strutture, nei reperti. Nessuno di noi è davvero degno di Santa Giulia, alla quale possiamo solo tributare una sana devozione. Perché lei è troppo. Non troppo bella né troppo intellettuale e nemmeno troppo sottovalutata. Lei è troppo e basta, per noi comuni mortali. Ed è anche affettuosa, accogliente, amorevole. I pavimenti romani della domus dell’Ortaglia, il coro delle monache sopra San Salvatore, il chiostro rinascimentale ci abbracciano. Così come l’ipnotica croce di Desiderio, impareggiabile esagerato gioiello longobardo.

Il nuovo allestimento della sezione dell'Età Romana del Museo di Santa Giulia - Foto Marco Ortogni /Neg © www.giornaledibrescia.it
Il nuovo allestimento della sezione dell'Età Romana del Museo di Santa Giulia - Foto Marco Ortogni /Neg © www.giornaledibrescia.it

Sarà il nome, che è evocativo di suo, sarà la location, che più adeguata ed essenziale non si può, sarà l’età dell’oggetto in sé: insomma quando la vedi capisci il significato di desiderio. Tutto illustra con chiarezza come da queste parti sia esistita gente che ha saputo passare con grazia e cervello da un’epoca all’altra e come su tutto sovrintenda un progetto che va oltre le nostre miserie.

Ecco un luogo che descrive la vita di tante creature pensanti nel corso di molte generazioni, che ti dice dove sei, da dove vieni e, se osservi bene, ti fa intuire anche cosa dovresti essere. Qui sono scritte, in ogni tessera di mosaico e in ogni pezzetto di ceramica e di muro e di statua e di affresco, le storie di tanti umili uomini di talento, che, pur così diversi uno dall’altro, insieme, senza saperlo, sono stati capaci di creare la sacrosanta e benvenuta varietà che ha il potere di generare la perfezione.

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