Zanardelli, monumento secolare

Un secolo fa, il 19 settembre del 1909, si inaugurava, alla presenza del re d'Italia, il monumento a Giuseppe Zanardelli, che ancora oggi ammiriamo, in Brescia, lungo via Vittorio Emanuele II.
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Un secolo fa, il 19 settembre del 1909, si inaugurava, alla presenza del re d'Italia, il monumento a Giuseppe Zanardelli, che ancora oggi ammiriamo, in Brescia, lungo via Vittorio Emanuele II.

Zanardelli era morto sei anni prima, nella sua villa di Toscolano Maderno, due giorni dopo Natale. La scomparsa dello statista, primo e ultimo bresciano a ricoprire la carica di primo ministro, aveva destato grande impressione in tutta Italia, anche perché la morte colse lo Zanardelli nel pieno della sua carriera politica, sostanzialmente mentre era capo del governo. Egli era stato costretto a dimettersi dalla presidenza poco più di un mese prima, proprio per l'incalzare della sua malattia.

La celebrazione del leader fu intensa. Brescia si impegnò per la celebrazione scultorea con grande impegno economico e facendo appello ad una colletta estesa a società sportive, società di mutuo soccorso, banche, municipi, cittadini. Brescia poté decidere di lanciare un concorso fra scultori. La posizione del monumento fu stabilita in faccia alla stazione ferroviaria, il che significava che il monumento sarebbe divenuto l'immagine di presentazione di Brescia.

Nel 1906 quattro concorrenti presentarono i loro bozzetti, che furono esposti al pubblico, nel palazzo Bargnani di corso Matteotti: erano i bresciani Domenico Ghidoni e Luigi Contratti, il piemontese Davide Calandra e l'amico romano di Zanardelli, Ettore Ximenes.

Quest'ultimo, che non vinse, ebbe però l'onore di modellare un bel gruppo scultoreo per la tomba del defunto, che ancora si ammira nel nostro Vantiniano. Ebbe anche modo di modellare un bellissimo ritratto di Zanardelli, che si può ammirare nel cortile dell'ex Corte d'Appello, di via S. Martino della Battaglia.

Il bozzetto presentato da Calandra era il più sobrio e forte, austeramente virile. Tutti conosciamo le forme del monumento, che fu, infatti, affidato a quello scultore. La statua in bronzo di Zanardelli è posta, senza enfasi, su uno zoccolo centrale, su un piano sopralzato, cui si accede con pochi gradini, mentre, sul retro, si alza una severa parete pressoché liscia che reca, però, in fascia orizzontale, a partire dal livello della testa della statua, un'unica scultura in altorilievo. Raffigura una quadriga trainata da scalpitanti cavalli, che corre da sinistra verso destra. Sul carro sta un impegnato auriga, curvo nel governo delle redini, mentre, dietro di lui, eretta e fiera, sta una figura femminile armata, con lorica, elmo e scudo, una sorta di Minerva, che sostiene nella mano destra, una piccola statua della Vittoria, che è una riproduzione della Vittoria alata di Brescia. Piacque.

La collocazione prescelta era nel piazzale che oggi chiamiamo "della Repubblica". Lì venne collocato, salvo essere traslocato, dove oggi si trova, nel 1929.

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