Viviana Beccalossi non si ricandida: «Dopo 25 anni ho dato tutto»

Ufficiale la scelta di non presentarsi alle prossime elezioni: «Aiuterò solo da fuori il centrodestra»
Viviana Beccalossi - Foto  © www.giornaledibrescia.it
Viviana Beccalossi - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Da 25 anni è presenza fissa sulla scena politica. Bresciana e regionale. È stato uno dei volti di punta della destra quando i voti non erano certo quelli raccolti lo scorso 25 settembre da Giorgia Meloni. Dopo una vita in Pirellone Viviana Beccalossi dice basta.

«Tutto ha un inizio ed una fine. Ho avuto tante soddisfazioni» spiega confermando quello che ormai gli addetti al lavoro sanno da tempo. Il prossimo 12 febbraio non ci sarà il suo nome sulla scheda elettorale per la Regione. «Dopo tanti anni voglio dedicare un po’ più tempo alla mia famiglia. Voglio crescere un po’ a livello personale».

Quando ha deciso di non candidarsi?

«È una scelta che ho maturato nell’ultimo anno. La politica rimarrà sempre una passione o una malattia come la definisce qualcuno e quindi continuerò ad aiutare il centrodestra e alcuni singoli come Fabio Rolfi per la città e Claudia Carzeri per la Regione. Nonostante mi sia stato chiesto a più riprese ho però deciso di non impegnarmi più direttamente e quindi di non candidarmi. In Pirellone con cinque mandati, di cui uno da vicepresidente del Consiglio regionale a 24 anni e due da vicepresidente di Regione Lombardia, penso di aver dato tutto quello che potevo. Se poi aggiungiamo un’elezione alla Camera e due corse per diventare sindaco di Brescia, che ho perso ma che mi sono servite tantissimo, il quadro direi che è completo».

Ma è un addio o un arrivederci? Se Attilio Fontana dovesse vincere e le chiedesse di entrare in giunta?

«Non accetterei. Sono cambiate tante cose, compreso il modo di governare Regione Lombardia. Ci sono persone che vanno bene per tutte le stagioni. Io non sono tra quelle e quindi direi no. Un aiuto va bene, se mi sarà chiesto un consiglio non mi tirerò indietro, ma un impegno diretto no».

E se invece in primavera la richiesta dovesse arrivare da Fabio Rolfi qualora diventasse sindaco di Brescia?

«È un altro discorso, ma vedremo. Per ora mi interessa che Rolfi sia il candidato di tutti i partiti di centrodestra e che tutti sciolgano le riserve quanto prima. Mi interessa fare la campagna al suo fianco e sarebbe bello conquistare la Loggia come centrodestra per la seconda volta nella storia democratica di questa città. Tutto il resto arriverà dopo. Si può sostenere un’amministrazione anche senza fare l’assessore».

In tema di elezioni amministrative, per il centrodestra è meglio sfidare Laura Castelletti, Valter Muchetti o Federico Manzoni?

«Se Rolfi vincerà lo farà perché ha un progetto di città che sarà apprezzato dalla gente e che andrà anche oltre ai partiti e non se l’avversario sarà più o meno forte».

Torniamo a lei. Non si candida nel momento più alto per la destra italiana e per Fratelli d’Italia. Una beffa dopo una vita di battaglie?

«Ho custodito quella fiamma che stava per spegnersi e l’ho protetta nei momenti difficili dai forti venti di chi soffiava contro una destra che sembrava destinata a morire. Ora il testimone passa ad altri che spero possano essere all’altezza di quel patrimonio enorme che era l’Msi prima, poi An e ora Fratelli d’Italia. Sono molto contenta del successo personale di Giorgia Meloni. È arrivato il tempo di dimostrare che la classe dirigente è all’altezza dell’enorme numero di voti e della fiducia straordinaria che lei ha incassato».

Potesse tornare indietro, lascerebbe ancora Fratelli d’Italia?

«Quando si leggono i fatti con il senno del poi magari si mette in discussione la scelta. Ma le decisioni vanno contestualizzate. In quel momento e a quelle condizioni rifarei tutto quello che ho fatto. Me ne ero andata da Fratelli d’Italia perché Giorgia Meloni non aveva abbracciato il tema del referendum sull’autonomia delle regioni del nord e aveva creato le condizioni affinché chi non era d’accordo con lei se ne andasse. E avevo lasciato anche perché erano entrati nel partito personaggi che francamente non avevano nulla a che fare con la nostra storia. Gente che ha fatto un investimento a lunga scadenza, che si è rivelato positivo, e che di fatto ha preso un autobus per tornare o rimanere in politica pur non avendo un grande consenso».

Da quando nel 2018 ha lasciato Fratelli d’Italia, si è parlato di un suo approdo nella Lega, poi in Forza Italia e dopo la vittoria della Meloni anche di un ritorno nel partito. Quale è stata la situazione più vicina a concretizzarsi?

«Nessuna. Mi è spiaciuto che qualcuno mi abbia visto più vicino alla Lega quando ho appoggiato Simona Bordonali o ora vicino a Forza Italia perché sostengo Claudia Carzeri. Non ho aderito a nessuno altro partito perché avrei tradito la fiducia dei tanti elettori che mi avevano votata come esponente di Fratelli d’Italia. Sono rimasta però ferma sui miei ideali e fedele al centrodestra».

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