Viviana Beccalossi lascia Fratelli d'Italia

«Lascio con grandissimo dispiacere» ha detto la Beccalossi, eletta consigliere regionale alle ultime elezioni
Viviana Beccalossi © www.giornaledibrescia.it
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Viviana Beccalossi, assessore regionale della Lombardia e esponente nazionale di Fratelli d'Italia ha deciso di lasciare il partito. «Lascio Fratelli d'Italia con grandissimo dispiacere - ha annunciato in una nota -. Una scelta dolorosa, ma ponderata e oggi inevitabile». 

Beccalossi ha criticato «una linea politica supina ed ondivaga, spesso guidata dal bisogno di autoconservazione» e ha spiegato di essere a «disposizione del presidente Fontana e della maggioranza di centrodestra che governa la Lombardia».

Viviana Beccalossi è stata appena rieletta consigliere regionale in Lombardia con 3.900 preferenze, «triplicando i voti di lista rispetto alle precedenti elezioni», come ha sottolineato lei stessa che era anche candidata alla Camera. Nonostante il risultato elettorale, però, c'erano voci che non la davano confermata in giunta, considerando anche lo scontro che aveva avuto con Giorgia Meloni sul referendum per l'autonomia, che Beccalossi aveva difeso dalle critiche del partito a livello nazionale.

«Da un po' di tempo - ha sottolineato l'assessore uscente - mi sono resa conto che questa comunità è cambiata e che, a torto o a ragione, alcune mie posizioni politiche, peraltro coerenti con la storia della destra lombarda e nazionale, vengono mal sopportate e non condivise». «Tutto legittimo, come forse è legittimo imbarcare, per un pugno di voti, personaggi cacciati da altri partiti e dalla moralità quanto meno sospetta - ha aggiunto -. Un comportamento, per il mio modo di interpretare la politica, del tutto inaccettabile».

La critica di Beccalossi va però oltre vedendo i «numeri modesti» del risultato anche nazionale di Fdi nonostante ci fossero «praterie» lasciate libere da Forza Italia e nonostante la visibilità mediatica «sempre sovradimensionati rispetto la reale rappresentanza politica» come una conferma che una linea politica supina ed ondivaga, spesso guidata dal bisogno di autoconservazione «non ha pagato».

L'evidente imbarazzo, precedente e successivo al voto, con cui ho avvertito essere tollerate la mia presenza e le mie battaglie - ha spiegato - mi impedisce quindi di proseguire un'azione improntata alla dignità, al sentirsi parte attiva e propositiva di un partito, al poter portare avanti le proprie idee, senza sentirsi estranea a chi ti sta di fianco: sentimenti che vengono prima di un posticino o di uno strapuntino modello Prima Repubblica. Ringrazio ancora una volta tutti coloro che mi hanno votata e resto a disposizione del presidente Fontana e della maggioranza di centrodestra che governa la Lombardia - ha concluso -. La politica, la passione per la politica e il rispetto per le istituzioni fanno parte del mio dna e, almeno quelle, nessuno potrà negarmele».

 

 

 

 

 

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