Violenza sulle donne, nel Bresciano tre casi al giorno

Quasi mille denunce in procura dall'inizio dell'anno. Dal primo gennaio chieste 26 misure di custodia
DONNE: 3 VIOLENZE AL GIORNO
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Sono quasi mille nel bresciano, da inizio anno, i casi accertati di stalking, violenza sessuale, aggressioni e minacce. Una media di cinque inchieste aperte al giorno a Palazzo di Giustizia, tre nei confronti delle donne e con autore identificato. In materia di soggetti deboli – rende note il procuratore capo Carlo Nocerino – le inchieste in corso sono all’oggi 2767. Numeri importanti che raccontano di un fenomeno preoccupante, alla luce anche della cronaca degli ultimi giorni e non solo nel bresciano. La guardia va tenuta sempre alta anche perché se è vero che la pische umana è insondabile, è pur vero che nella maggior parte dei casi i segnali ci sono e sono evidenti.

Intanto, mentre il Senato ha dato il via libera al cosiddetto Codice rosso, la legge sulla tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, il procuratore capo Nocerino ha sottolineato come Brescia, ha tempi tecnici che già sono compatibili con il codice rosso entrato in vigore. «In caso di denuncia con riscontri medici e testimonianze – rende noto -  in due settimane può scattare l’arresto». Denunciare dunque è l’unica risposta possibile, soprattutto per le donne, alle minacce e alla violenza che nasce o si inasprisce – si nota dati alla mano - soprattutto nella fase di separazione di una coppia.

La Procura di Brescia dal primo gennaio 2019 ha chiesto per 26 persone l’applicazione della custodia cautelare in carcere per quattro i domiciliari. I fascicoli aperti con autore ignoto sono 119. 352 le richieste di archiviazione per infondatezza del reato perché purtroppo – viene ribadito dalla Procura – ci si trova anche di fronte a denunce strumentali spesso figlie di separazioni difficili o contese sui figli. Da qui l’importanza dell’avvio del percorso di formazione delle forze dell’ordine, che partirà a settembre, affinchè siano in grado di accorciare i tempi necessari agli accertamenti per permettere ai cinque magistrati che compongono il Dipartimento che si occupa prevalentemente di reati contro i soggetti deboli, una sempre maggiore tempestività di intervento.

 

 

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