Vigili del fuoco, per la sala operativa fino a 10mila chiamate l'anno

Nel cuore della caserma di via delle Scuole insieme al comandante provinciale e ai numerosi operatori
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VVF, 9MILA INTERVENTI L'ANNO
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«Signora, stia tranquilla. Stiamo arrivando». Il telefono della sala operativa dei Vigili del fuoco del Comando provinciale di Brescia nel giro di pochi minuti è squillato più volte. Gli operatori, ogni giorno, si trovano a gestire numerose chiamate d’emergenza e da parte loro non ci deve essere soltanto la massima professionalità, ma anche quell’elemento umano necessario per parlare con una persona che in quel momento, a prescindere dalla gravità dell’episodio, è comprensibilmente spaventata se non addirittura sotto shock.

E il telefono spesso è davvero rovente visto che, in un giorno in tutta la provincia vengono effettuati una media di 60 interventi al giorno. Ma questi, a volte, possono salire a un centinaio. «La sala operativa è una vera e propria cabina di regia che implica sistemi di gestione e coordinamento per una migliore efficacia delle operazioni di soccorso - ha spiegato il comandante provinciale, Enrico Porrovecchio, durante la visita al Comando di via Scuole -. Un’app ci consente di geolocalizzare le squadre sul territorio, così da poter gestire in sicurezza i nostri operatori».

La sala di controllo dei Vigili del fuoco
La sala di controllo dei Vigili del fuoco

Una struttura moderna e all’avanguardia «un progetto pilota a livello nazionale in quanto è stata la prima dotata di tutta questa strumentazione - ha continuato il caporeparto Umberto Cerri -. Non mantiene il collegamento soltanto con le altre realtà presenti sul territorio (dal 118 alle forze dell’ordine), ma anche con le province limitrofe e con tutto il Paese, in quanto il Corpo ha una rete nazionale per sopperire a eventuali richieste di intervento».

L’organizzazione

E se tre operatori sono seduti davanti ai monitor, in quello che è stato definito «il cuore operativo» del Comando, gli altri Vigili del fuoco di turno, sono pronti a intervenire il prima possibile sul luogo dell’emergenza: divisi per squadre, una volta chiamati, lasciano la sede a bordo dei mezzi a sirene spiegate nel giro di pochi minuti. Tra Brescia e i quattro distaccamenti permanenti (Gardone Valtrompia, Salò, Darfo e Montichiari che si occupa dell’aeroporto), il Comando provinciale può contare su circa 300 Vigili del fuoco. «Siamo divisi su quattro turni: A, B, C e D, ognuno dei quali è composto da circa 75 persone - ha continuato il caporeparto, impegnato a coordinare con meticolosa attenzione gli interventi in corso su tutta la provincia di Brescia -. Non è esiste un ruolo fisso: chi oggi siede nella sala operativa, la volta dopo sarà, invece, impegnato sul campo. In questo modo tutti sanno perfettamente come funziona il meccanismo».

Un dettaglio per nulla secondario, visto che spesso si tratta di interventi lunghi e molto complessi. Ma soprattutto, particolarmente diversi tra loro, perché una realtà come quella bresciana copre un territorio vasto che va dalle montagne ai laghi.

Ogni turno è impegnato per 12 ore: dalle 8 alle 20 e dalle 20 alle 8. Ma i Vigili del fuoco non timbrano il cartellino e se al termine del turno si trovano nel bel mezzo di un intervento, continuano fino a quando non è tutto terminato. Ed è così che, come nel caso dell’alluvione di Niardo, i turni diventano di 24 ore.

Sul territorio

Il lavoro che ogni giorno svolgono i Vigili del fuoco di Brescia è qualcosa di straordinario, ma senza il supporto di circa 400 volontari dislocati sul territorio in ben 18 distaccamenti, sarebbe impossibile coprire tutta la provincia. 
«Il Corpo nazionale effettua circa un milione di interventi all’anno in tutta Italia: dagli incendi all’apertura porte passando per i numerosi incidenti stradali; dal famoso salvataggio del gattino all’intervento in caso di episodi rilevanti - ha spiegato il comandante provinciale dei Vigili del fuoco, Enrico Porrovecchio -. Per quanto riguarda la nostra provincia da gennaio ai primi di agosto abbiamo ricevuto 5.700 chiamate, ma in un anno copriamo fino a circa 10mila interventi».

Numeri davvero impressionanti quelli citati dall’ingegnere Porrovecchio, in modo particolare se si tiene conto della complessità del territorio bresciano. 
«A Brescia e nei quattro distaccamenti permanenti dislocati in tutta la provincia siamo circa 320 uomini compresi gli amministrativi: circa il 15% in meno di quanto necessario, ma si tratta di una carenza comune a tutti i comandi in Italia. Poi ci sono18 distaccamenti Volontari con circa 400 persone».

E nella Sala operativa del Comando provinciale di via Scuole a Brescia, sul monitor, gli operatori hanno l’elenco di tutti i distaccamenti e della loro situazione (liberi, parzialmente occupati o impegnati in altri interventi) in tempo reale: Bagolino, Breno, Chiari, Darfo (volontari), Desenzano, Edolo, Lumezzane, Monte Isola, Orzinuovi, Paitone, Palazzolo, Ponte di Legno, Cunettone, Sale Marasino. Salò (volontari), Verolanuova, Vestone e Vezza d’Oglio.

Il caso di Niardo

Ed è grazie al supporto di questi volontari che la provincia di Brescia, anche in caso di emergenze come quella che è successa in Vallecamonica nel Comune di Niardo, è coperta nel migliore dei modi, nonostante la complessità. «Il nostro primo pensiero è stato quello di salvare le persone rimaste intrappolate nelle abitazioni o nelle auto» spiega lo stesso Porrovecchio, raccontando le fasi concitate dell’emergenza scattata poco prima della mezzanotte di mercoledì 27 luglio, quando alla sala operativa di Brescia è arrivata la prima chiamata dalla Valcamonica.

Sul momento le notizie sono frammentarie, ma al comando di via Scuole appare subito chiaro che la situazione è grave e richiede un intervento tempestivo: una frana ha investito il centro abitato di Niardo e in parte Braone e non c’è tempo da perdere. In meno di mezz’ora sul posto si portano le squadre di Breno, Edolo e Darfo, («quando siamo arrivati in paese - racconta chi è intervenuto - usciva ancora l’acqua dalle finestre delle case»), poi, nelle ore successive, altre squadre specializzate sono giunte da Milano e Sondrio.

In tutto una cinquantina di uomini la cui preoccupazione principale è stata mettere in sicurezza la popolazione. «I miei uomini si sono subito dedicati al salvataggio delle persone - continua il comandante - e già alle 3.30 del mattino abbiamo fatto una prima riunione al posto di comando avanzato allestito a Breno, nella quale abbiamo escluso la presenza di feriti e dispersi». Immediatamente dopo, per i Vigili del fuoco è iniziata la fase del ripristino, insieme a Protezione civile e cittadini, andata avanti per più di una settimana. La situazione che si è venuta a creare in Valcamonica, di grave emergenza, ha richiesto uno sforzo enorme da parte dei permanenti di Darfo, i cui turni sono raddoppiati, arrivando ad operare per 24 ore filate.

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