Via Toscana: "non siamo carne da macello"

Presentato dal Comitato di cittadini residenti nei tre condomini che saranno abbattuti per la Tav
Via Toscana, ricorso al Tar
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«In una nazione civile non si possono trattare così settanta persone. Da anni le Ferrovie sapevano che la Tav sarebbe passata da qui e avrebbero abbattuto le nostre case. Ma noi siamo venuti a conoscenza di tutto questo solo leggendo il Giornale di Brescia la scorsa estate. Non siamo carne da macello».

Il presidente del Comitato di via Toscana, Maurizio Zanini, spiega così i motivi del ricorso depositato al Tar di Brescia lunedì scorso, in cui si chiede la sospensione della nota di approvazione del progetto definitivo relativo alla linea Alta Velocità Milano-Verona. Resistenti nella causa sono il Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) l’Italferr, il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, il Comune di Brescia e la società Rfi Spa, la Rete ferroviaria italiana.

In ballo ci sono le vite di settantatré persone, 23 famiglie, che abitano nelle tre palazzine di via Toscana in città, che entro il gennaio prossimo dovranno essere evacuate. Zanini sa bene che il ricorso al Tar servirà tutt’al più a prendere tempo, per tentare di trovare una soluzione al dramma di chi, pur sapendo di dover traslocare, ad oggi ancora non sa dove andare.

«E' una tragedia nella tragedia - afferma Zanini - perché stanno smembrando e disperdendo una comunità. Se ci avessero avvisato per tempo, qualche anno fa, avremmo potuto trovare una soluzione e spostarci insieme, tutti, riuscendo, magari a ricostruire questa comunità in un altro luogo».

Il nodo del contendere è sostanzialmente questo. È possibile sapere da un giornale che presto abbatteranno la tua casa? Gli abitanti di via Toscana sanno bene che il tracciato della Tav non sarà messo in discussione e passerà sulle loro case e sulla loro storia. «Contro la pubblica utilità non possiamo nulla - conclude Zanini - ma è possibile che uno Stato tratti così i suoi cittadini?».

Salvatore Montillo

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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