Via Milano fra segnali di fiducia e attesa della rinascita

Si guarda con speranza al piano di riqualificazione Migliorata la sicurezza Nuovi negozi di qualità
Traffico. È uno dei problemi della via che collega centro a periferia ovest
Traffico. È uno dei problemi della via che collega centro a periferia ovest
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Via Milano by night. È quella che osserva Samuele Bonomi, professione fornaio al civico 106.

«Sono l’unico rimasto lungo la via», dice con orgoglio. Apre mezz’ora dopo la mezzanotte. Dolce e salato. «Non immagina quanta gente gira di notte. Persone normali, mica sballati».

Non c’è una sola via Milano. È divisa almeno in tre parti. Da piazza Garibaldi all’Esselunga, fino all’incrocio con via Villa Glori, da lì alle Case del Sole. Il degrado è progressivo.

«Però non cambierei mai con nessun’altra via. Perché ci sono nato, faccio il fornaio qui da 26 anni, ma anche perché c’è una vivacità che non ti annoia mai». E poi Samuele crede molto nel progetto di riqualificazione varato dalla Loggia: «Mi piace, può senz’altro rilanciare la zona, aiutarla a riprendere appeal».

I problemi maggiori? «La prostituzione in strada e gli alloggi con gli stranieri sovraffollati». La sicurezza, rispetto al passato, è migliorata: «Nei primi anni Duemila c’era il far west ogni notte». Di attesa è anche lo stato d’animo di Angelo, da quattro anni edicolante vicino al semaforo con via Villa Glori.

«I nuovi progetti per riqualificare la via mi sembrano buoni, però finché non vedo... Certo, adesso ci sono troppi affittasi e vendesi. Speriamo. Comunque la sicurezza è aumentata».

Rilancio. Quasi di fronte, accanto al Laboratorio Lanzani, c’è il negozio Tennis Player. Tre soci, Paolo, Carlo e Filippo, che hanno scommesso su via Milano, traslocando da via Veneto nel complesso Dall’Era. «Siamo qui da un anno e il fatturato è cresciuto», dice Paolo. «È stata una scelta felice, fatta non a caso. Confidiamo che i progetti di riqualificazione rilancino la via».

A proposito: nello stesso quadrato ci sono l’esposizione dell’Itlas (arredo casa), mentre in settembre aprirà l’Hangar Ghelfi, uno store di abbigliamento in un capannone di 500 metri quadrati. Sono investimenti importanti, segnali positivi di rinascita, vetrine di qualità che rivalutano l’immagine e l’economia di via Milano.

Persone. «I progetti per migliorare la zona vanno bene, ma conta soprattutto la coscienza delle persone. Se non cambia quella...». Vittorio Zappella è una delle presenze storiche di via Milano, titolare della Ferramenta Bresciana fondata dal padre Achille nel 1955. Da allora è cambiato tutto. «Sono sparite le fabbriche e gli operai, è rimasto il commercio e sono arrivati gli stranieri».

Poco più avanti c’è la Caffaro, simbolo (e fonte) di molti mali dei che affliggono Brescia. Sul muro c’è il cartellone del progetto comunale «Oltre la strada», che promette la nascita di un parco urbano. La stesso piano, da 50 milioni, che entro il 2021 prevede - fra l’altro - la creazione del teatro Ideal, la sistemazione di via Milano con ciclabile e senso unico, una piazza al posto del civico 140, il Musil e la riqualificazione dell’ex laminatoio Tempini, il nuovo sottopasso di via Rose, l’housing sociale in via Mazzucchelli.

«Tante cose belle, speriamo le facciano», commenta Vittorio. Che si augura anche «una cosa semplice: più cura del quartiere da parte di chi ci vive». Milena da 35 anni apre l’edicola di fronte all’Esselunga, davanti al parco La Rosa blu. «Una volta era meglio, c’era più gente che passava, tanti operai. Cosa non va? Il traffico, la viabilità. Speriamo che i nuovi progetti del Comune migliorino le cose». Anche per lei attesa e tanta voglia di novità.

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