Vanessa Ferrari: «Lo sport è crescita: tutti devono praticarlo»

Questa intervista è parte del progetto «Interviste allo specchio», condiviso con L’Eco di Bergamo e nato in occasione del 2023, l’anno che vede i due capoluoghi uniti come Capitale della Cultura 2023. Ogni domenica i due quotidiani propongono l’intervista a due personaggi autorevoli del mondo culturale (nell’accezione più ampia), uno bresciano e uno bergamasco, realizzate da giornalisti delle due testate. Di seguito trovate l’intervista al personaggio bresciano. Per scoprire il contenuto dell’intervista all’omologo bergamasco, invece, vi rinviamo a L'Eco di Bergamo (in calce all’intervista trovate il link diretto alla pagina dedicata del quotidiano orobico).
Quando si parla di cultura dello sport, non è una frase fatta da spolverare in qualche discorsetto demagogico. Vanessa Ferrari, eterna Farfalla che a quasi 33 anni insegue ancora la sua quinta Olimpiade, ne è un esempio lampante. Perché i grandi personaggi trascinano un movimento e Vanessa Ferrari ha segnato la storia della ginnastica non solo in città, ma anche a livello nazionale. Del resto il suo oro mondiale conquistato ad Aarhus nel 2006 è stata la spinta decisiva per far consegnare alla Brixia un impianto dove sono state costruite le fortune del sodalizio cittadino e di conseguenza della Nazionale. E coi soldi del Pnrr la struttura diverrà permanente.
Vanessa, cosa ha significato e cosa significa ancora per te la ginnastica?
Da 26 anni a questa parte la ginnastica è sempre stato l’aspetto principale della mia vita, ho dedicato totalmente me stessa a questo sport. Ancora oggi, nonostante abbia collezionato medaglie in tutte le competizioni possibili, il mio obiettivo è non sprecare alcuna possibilità. Quindi voglio provare a rincorrere ancora un ultimo grande traguardo.
A Brescia come pensi sia la cultura dello sport, a tutti i livelli? È migliorata negli ultimi anni a tuo avviso?
Abbiamo delle eccellenze sportive, lo sport è un mezzo di crescita che ti forma con valori veri e penso che non debba esistere un ragazzo che non pratica sport. Questo è possibile solo se le strutture dei vari sport riescono a coprire bene il territorio, sicuramente a Brescia c’è cultura sportiva. Lo sport veicola messaggi positivi e valori veri, fanno bene a tutti anche alle realtà locali. Ci tengo a ringraziare anche la Bcc di Brescia per il suo sostegno e attenzione verso lo sport.
Tra gli investimenti futuri ci sarà il nuovo palazzetto in cui si alleneranno le ginnaste e che sostituirà il PalAlgeco: quanto conta per un movimento avere le infrastrutture giuste per arrivare ad alti livelli?
Penso sia fondamentale, ho iniziato il mio percorso in strutture non adatte e sono arrivata a vincere un mondiale allenandomi in un’ex piscina riadattata a palestra, nella quale non vi erano le metrature necessarie per avere gli attrezzi da gara. Quindi ero costretta ad andare a Trieste o Milano per provare gli attrezzi in condizioni di gara. Quando vinsi il Mondiale nel 2006 si accesero i riflettori sul mondo della ginnastica rendendo possibile la costruzione del PalAlgeco, che è diventato la realtà più promettente d’Italia, anche se doveva essere una struttura provvisoria in attesa della palestra definitiva. È buffo pensare che la palestra definitiva sarà inaugurata quando avrò ormai concluso il mio percorso da atleta.
Quanto è cambiato il mondo dello sport e in particolare della ginnastica negli ultimi 20 anni che hai vissuto?
Lo sport è in continua evoluzione, la ginnastica è cresciuta molto negli anni, ma sono sempre riuscita a stare al passo coi tempi, nonostante sia uno sport nel quale solitamente si ha una carriera breve, soprattutto a livello femminile.
Quale è il segreto di una carriera così longeva come la tua?
Penso che prima di tutto bisogna essere in grado di sognare grandi obiettivi, poi tanta dedizione e il lavoro. Ho sempre dato me stessa per inseguire i miei obiettivi, attraverso il lavoro quotidiano con tanta passione. Anche nei momenti difficili dopo infortuni o delusioni il rimedio è sempre stato per me il lavoro, questo mi ha permesso di arrivare a livelli incredibili e raggiungere traguardi che nessuno aveva mai raggiunto in Italia. Sicuramente è fondamentale il sostegno del Centro sportivo dell’Esercito che mi permette di allenarmi in serenità e mi accompagna sempre nel mio percorso sportivo.
Qui il link per leggere l’intervista a Sofia Gaggia su L’Eco di Bergamo.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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