Vaccini, ecco tutte le scadenze
Un «Calendario vaccinale per la vita» che pianifica le vaccinazioni dai primi giorni di vita fino e oltre la terza età, superando le distinzioni tra soggetti sani e a rischio, l'età o le particolari condizioni di fragilità e con l'inclusione di vaccini utili alla promozione di un ottimale stato di salute per la popolazione.
A realizzarlo e lanciarlo sono state la Federazione italiana medici di famiglia (Fimmg), la Federazione italiana medici pediatri (Fimp) e la Società italiana di igiene, con l'obiettivo di rendere operative e completare le molteplici indicazioni contenute nel Piano nazionale per la prevenzione vaccinale 2012-2014, approvato lo scorso 22 febbraio dalla Conferenza Stato-Regioni.
Nel Calendario sono infatti inserite alcune vaccinazioni non presenti o inserite solo parzialmente nel Piano, come nel caso del vaccino antivaricella (previsto dal Piano solo in sette Regioni) o di quelli antipneumococco o antimeningococco o di quello contro il rotavirus, responsabile della gastroenterite.
Documenti come il Piano e il Calendario, ha sottolineato Stefania Iannazzo, medico della Direzione generale della prevenzione del ministero della Salute, sono «strumenti chiave per la gestione delle politiche vaccinali in tutto il Paese, garantendo l'omogeneità dell'offerta e l'equità dell'accesso alla prevenzione vaccinale».
Il Calendario, ha spiegato Giuseppe Mele, presidente della Fimp, «nasce da molteplici esigenze: prima di tutto dalla necessità condivisa di un rilancio delle vaccinazioni, non solo nell'ambito pediatrico ma anche in quello della medicina generale. In secondo luogo, per condividere un calendario vaccinale ottimale. Infine, dal bisogno di promuovere una cultura vaccinale omogenea nella classe medica senza distinzione, ad esempio, tra pediatri e medici di famiglia».
Se a livello nazionale ci sono molte difficoltà, in quello internazionale il campo dei vaccini «è oggetto di un grande scandalo: ogni anno nel mondo muoiono 10 milioni di bambini e 2,5-3 milioni di questi decessi sarebbero prevenibili se i bambini avessero accesso ai vaccini».
Lo afferma Alberto Mantovani prorettore dell'università di Milano e direttore scientifico dell'ospedale Humanitas.
Le malattie che causano la morte, soprattutto dei bambini nei Paesi poveri, sono quelle infettive: ogni anno ci sono 700mila decessi per pneumococco, 500mila per rotavirus, tra 200mila e 600mila per salmonellosi.
«Per queste malattie, per le quali esistono vaccini validi resta il problema dell'ultimo miglio - aggiunge Mantovani - ovvero la possibilità di far arrivare i vaccini nei luoghi in cui c'è più bisogno, nei Paesi in via di sviluppo».
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