Vaccini, AstraZeneca fa meno paura: a dire no è il 4%

Sconfiggere la paura cercando di spiegare, aspirante «paziente» dopo aspirante «paziente», che «il rischio zero non esiste». Mai. Una missione che i team sanitari in corsia negli hub vaccinali stanno consumando ora dopo ora e che, rispetto ai primi giorni di grande paura - quando cioè d’improvviso è arrivato il nuovo stop per gli under 60 alla somministrazione del siero AstraZeneca, ora ribattezzato Vaxzevria - sta dando i suoi frutti.
Lo dimostrano le ultime cifre ufficiali disponibili, quelle che raccontano l’andamento della campagna di immunizzazione di mercoledì 14: a scegliere di non varcare neppure la soglia dell’hub indicato nell’appuntamento è stato il 2% dei cittadini in lista, un altro 2% si è invece presentato ma non si è convinto e ha rifiutato l’iniezione (queste persone, ha specificato la Regione, finiranno in coda alla lista), mentre l’1% aveva febbre oppure non disponeva dei requisiti di salute per poter procedere con l’inoculazione. Questo il quadro restituito dalla Lombardia dopo l’analisi dei dati inviati dalle diverse Ats e Asst impegnate sui territori.
Un report che disegna anche l’architettura delle adesioni: mercoledì a Brescia sono state vaccinate 3.421 persone (il 13% della Lombardia), a queste se ne aggiungono altre 985 dell’Ats della Montagna (4% a livello regionale). Grandi numeri anche sul fronte delle adesioni, oggi «governate» attraverso la piattaforma di Poste italiane: per quanto riguarda la fascia che va dai 70 ai 79 anni mercoledì si sono registrati e hanno ottenuto un appuntamento oltre 27mila lombardi (27.008 per l’esattezza). Complessivamente, le prenotazioni per questa fascia d’età sono arrivate a quota 614.769, di cui oltre 63mila da capoluogo e provincia. Ampliando il campo e procedendo per tipologia di vaccino somministrato, sul 1.514.003 lombardi (parzialmente) immunizzati, 981.249 hanno ricevuto Pfizer (tra questi, a 664.073 è già stata iniettata anche la seconda dose), 117.404 Moderna (con 35.533 richiami effettuati) e 415.350 AstraZeneca (solo 163, in questo caso, le seconde profilassi).
In attesa del verdetto dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) sull’impiego del preparato targato Johnson & Johnson come si procede? Con attenzione alle prospettive future sì, ma senza particolare ansia. In Lombardia, infatti, il limbo J&J non dovrebbe intaccare di una virgola la campagna in corso in queste settimane, quella relativa cioè ai settantenni. La nostra Regione - come già spiegato nei giorni scorsi - ha infatti diritto al 16% delle scorte che approdano a Pratica di Mare (di queste, poi, a Brescia ne viene recapitato l’11%): ciò significa che delle prime 184mila dosi che dovevano essere consegnate in Italia, alla Lombardia ne sarebbero spettate solo poco più di 20mila, numeri per ora ancora residuali dunque, sui quali non ci si è basati per organizzare la somministrazione agli over 70. Tanto più che proprio ieri sono arrivate altre 260.910 dosi di Pfizer, mentre entro la settimana sono attese altre 50.100 dosi di AstraZeneca.
Stesso schema per la settimana prossima: il cronoprogramma prevede altre 82.200 dosi di AstraZeneca e, entro la fine di aprile, ulteriori 246.870 vaccini Pfizer. Il fronte parallelo che si sta invece facendo strada punta a raggiungere i «dispersi», ovvero coloro che - pur potendo - non hanno aderito alla campagna. Le chiamate last minute si sono già messe in moto per i circa 7mila over 80 bresciani (tra questi c’è anche chi ha rifiutato AstraZeneca). Ma burocrazia permettendo (al momento, per questioni di privacy, non sarebbe possibile incrociare i dati utilizzando le anagrafi) l’operazione «pro vaccinazione» proseguirà anche per le altre fasce d’età.
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