Va all'Inps: «Signora, mi scusi, ma lei risulta morta dal 2011»

La storia di una signora che si è recata all'Inps per una pratica e ha scoperto di essere... morta: è accaduto in città
SCOPRE DI ESSERE MORTA DA 6 ANNI
AA

«Signora, mi scusi, ma lei risulta morta dal 2011». Non è uno scherzo e nemmeno la brutta sceneggiatura di un film: è così che Pierina Solfrini, 61enne disoccupata, viva e vegeta, alle prese con una pratica dell’Inps, scopre di essere inesistente per lo Stato dal lontano 2011.

Tutto ha inizio un mese fa, quando la signora bresciana fa richiesta per il reddito d’inclusione (Rei). La trafila burocratica ha inizio: dal patronato la richiesta rimbalza all’assistente sociale, e intanto Pierina si mette in attesa di una risposta. Che arriva una settimana fa sotto la forma imprevedibile di una chiamata dell’assistente sociale: «Guardi, non so come dirglielo, ma la pratica è stata interrotta perché secondo i registri dell’Inps lei risulta deceduta il 23 novembre del 2011». Insomma, Pierina ha saputo di essere morta ufficialmente da qualche giorno, ma per l’Inps lo era già da quasi sette anni.

Passano sei giorni, perché nel frattempo la signora fa avanti e indietro per accompagnare a Milano per le cure il figlio malato, e poi si presenta agli uffici di via Benedetto Croce per chiedere spiegazioni. Quando finalmente è davanti agli sportelli, dall’altra parte del vetro è tutto un «ah, ma davvero, che cosa bizzarra, ora vediamo di capire». Insomma, nessuno sa spiegare questo caso misterioso e alla fine Pierina se ne va con in mano un certificato di esistenza in vita, con cui ha rettificato lei stessa la sua morte.

Un errore informatico? Un caso di omonimia? Disservizi? Il caso Pierini è ancora in attesa di essere risolto. La buona notizia è che ora la procedura per il Rei è sbloccata e adesso la signora è in lista per il beneficio statale. Nel frattempo sono in corso accertamenti nel grande database che raccoglie i dati anagrafici di tutti i bresciani per capire com’è nato il «disguido».

E cosa pensa Pierina della strana vicenda di cui si è trovata protagonista? «Per fortuna non lavoravo più dal 2011, pensa a cosa sarebbe successo se avessi versato i contributi a nome di una defunta! Però siamo in Italia, e così è la vie» conclude un po’ serafica e un po’ ironica la rediviva.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia