Università nel caos, lo sciopero dei docenti blocca gli esami

Gli studenti bresciani appoggiano l'iniziativa dei professori ma precisano: «Noi danneggiati»
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L’Università riapre i battenti e gli studenti si apprestano ad affrontare una sessione autunnale all’insegna dei disagi legati allo sciopero nazionale dei docenti universitari. L’iniziativa, promossa da una rete di docenti riuniti nel «Movimento per la dignità della docenza universitaria», ha raccolto migliaia di consensi in tutti gli atenei italiani, compresa l’Università degli Studi di Brescia.

Ad oggi non è possibile conoscere il numero degli scioperanti dell’ateneo bresciano, ma nei corridoi dei dipartimenti si parla almeno di alcune decine di professori aderenti. E non è detto che la lista di nomi non possa aumentare ancora. Intanto le reazioni non hanno tardato ad arrivare: «Tuttora le modalità di questo sciopero non sono molto chiare, siamo stati lasciati al nostro destino», «Non sono molto d’accordo con questa decisione, va solo a danneggiare noi studenti e non risolverà nulla».

Sono soltanto alcune delle voci raccolte dagli studenti bresciani, la maggior parte dei quali si è comunque mostrata solidale con i propri docenti, come riferisce Lorenzo Gafforini, senatore accademico di «Studenti per Udu Brescia»: «Siamo d’accordo nel merito, ma dissentiamo sul metodo della protesta, perché pensiamo che questa sia una battaglia che docenti e studenti debbano portare avanti insieme».

Sulla stessa linea il Rettore dell’ateneo Maurizio Tira: «Abbiamo trovato molta disponibilità da parte dei rappresentanti degli studenti. Proprio grazie alla collaborazione avviata all’interno degli organi collegiali, l’università bresciana garantirà comunque un secondo appello straordinario entro 15 giorni dalla data iniziale prevista per il proprio esame».

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