Una Tac per svelare i misteri delle mummie-animali

A Milano esami per gatti, falchi, cani e rettili della collezione egizia del nostro Museo di Scienze
La studiosa. L’archeologa Sabina Malgora con una delle mummie
La studiosa. L’archeologa Sabina Malgora con una delle mummie
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I tesori dei musei civici cittadini viaggiano spesso in occasione di mostre temporanee. Questa volta la trasferta non riguarda i dipinti, ma sette gatti, due falchi, un cane, due coccodrilli e un paio di rettili, forse serpenti. Sono usciti dai depositi del Museo di Scienze Naturali di Brescia, non verso una sede espositiva, ma una struttura ospedaliera.

Lo studio. Una équipe di specialisti li studierà infatti per incrementare le conoscenze sugli animali, sulla loro vita e sulla loro morte e l’ambiente dal quale provengono. Si tratta di mummie egizie che oggi verranno sottoposte da una équipe, al di fuori dell’orario di lavoro e oltre l’orario della normale diagnostica medica, a Tomografia Computerizzata all’Ospedale Fatebenefratelli Sacco di Milano. L’analisi sarà svolta dal Mummy Project Research (www.mummyproject.it) con la direzione dell’archeologa Sabina Malgora. La collezione, già esposta a Cremona nel 2004 e a Pontestura (Alessandria) nel 2016, esce dai depositi per uno studio esaustivo che prevede la pubblicazione di un catalogo e la mostra sui reperti ispirata alle «wunderkammer», le stanze delle meraviglie antesignane dei musei. L’assessore all’Ambiente del Comune, Gianluigi Fondra, aveva informato la giunta dell’esistenza di 27 reperti, di provenienza egizia. Da qui scaturì l’idea di «una camera delle meraviglie per far rinascere il Museo di Scienze Naturali di Brescia».

Il progetto prevede subito una prima fase di ricerca scientifica e nel 2018 ulteriori sviluppi, come la ricostruzione in copia 3D di una delle due mummie umane e di due animali. Alla luce dei nuovi dati acquisiti, seguirà lo studio e la progettazione scientifica del percorso espositivo. Un filmato, che vedremo nell’allestimento permanente del Museo di Scienze Naturali, documenterà l’intero lavoro.

Esempi. Non è la prima volta che si studiano le mummie bresciane con tecniche non invasive. Nel 2004 la Tac eseguita su uno dei gatti aveva svelato la morte violenta dell’animale, evidenziata da una frattura sul cranio e da una mascella scomposta. In questo periodo, sempre a Milano, ci sono allestimenti che anticipano il progetto espositivo bresciano. Al Museo delle Culture (Mudec), su uno schermo tattile, si vedono i risultati della Tac sulla mummia di un coccodrillo trovato nella tomba di Amenofi II, scoperta dall’egittologo Victor Loret, che aveva studiato la collezione bresciana, in particolare le mummie di falco. Sempre al Mudec è allestita una storica «camera delle meraviglie» concepita per stupire. Emozione che si spera si proverà prossimamente anche al nostro Museo.

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