Una società per azioni chiamata famiglia

La famiglia è una S.p.A. l’acronimo non rappresenta una società di capitali, neppure un centro benessere «salus per aquam»
In contemplazione dei quadri con i voti - © www.giornaledibrescia.it
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La famiglia è una S.p.A. l’acronimo non rappresenta una società di capitali, neppure un centro benessere «salus per aquam», è un nucleo sociale ristretto dove i genitori agiscono nel difficile tentativo di crescere dei figli felici.

In questo periodo dell’anno che coincide con il termine della scuola e con gli esami di maturità, sembra che la responsabilità genitoriale si amplifichi e gli esiti non sempre performanti di alcuni figli ne modifichino gli equilibri.

Il problema in caso di bocciatura investe tutta la famiglia e il senso di fallimento che ne deriva viene totalmente partecipato I figli sono la nostra proiezione esterna; è comprensibile il dispiacere che insorge dopo il colloquio informativo che preannuncia la débâcle scolastica, dove l’immagine ideale del figlio quasi perfetto che ci siamo costruiti si scontra con una realtà di insuccesso.

A volte alcuni genitori, nella loro azione di difesa contro risultati annuali che ritengono sommari, si rivolgano al TAR e non è infrequente che il giudice sovverta le decisioni del Consiglio di classe e dia loro ragione. Per gli studenti l’idea di essere stati respinti non è mai facile da elaborare, ognuno trova il modo per esprimere il suo rammarico che si mostra anche attraverso gesti catartici.

Ci sono ragazze prese dallo sconforto che si «purificano» tagliando i lunghi capelli; analogamente ragazzi arrabbiati con il mondo si «nutrono» solo di sigarette fino a perdere l’appetito. Altri camminano di notte parlando con l’amico/a del cuore fino a ore antelucane, nel tentativo di trovare sollievo da un evento che determinerà inevitabili distacchi e cambiamenti.

Tuttavia una sconfitta scolastica può tramutarsi in una promozione per la vita, infatti molti studenti da questa esperienza hanno saputo trarre la forza per sfilare «gli stivali delle sette leghe», calzati per sfuggire le responsabilità. La maggior parte dei giovani sono come le castagne: «sub cortice mitis», sotto la corteccia c’è il frutto dolce.

Esse cadono dall’albero nel riccio, a terra maturano e diventano buone. L’esperienza ci dice che tanti «bocciati» si sono brillantemente laureati, mentre alcuni «bravissimi» si sono incagliati nei test e il tempo lo hanno perso durante il percorso universitario. Sono questi i momenti importanti in cui la S.p.A. famiglia deve essere coesa, non solo per difendere a spada tratta i figli che inciampano, ma per ricordare loro che il futuro ha sempre la strada davanti e il sole in tasca.

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