Un portale e un anfiteatro per ridisegnare largo Formentone

Dopo pensilina e «cubo bianco» l’idea progettuale dell’ing. Pagani riapre il dibattito sulla piazza
Lo studio dei volumi dell’edificio per largo Formentone - Foto © www.giornaledibrescia.it
Lo studio dei volumi dell’edificio per largo Formentone - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Un auditorium dalla struttura curvilinea nel luogo in cui - si narra - sorgeva l’antico anfiteatro romano della città, nell’attuale largo Formentone; un edificio come un «portale» addossato alla parete spoglia di piazza Rovetta, a simboleggiare l’ingresso nel quartiere del Carmine, luogo vivo e mutevole della città contemporanea.

Si torna a parlare dello spazio vuoto a nord della Loggia, e della sua possibile sistemazione architettonica e urbanistica. A riaprire il dibattito - con l’auspicio che sia utile in vista del 2023 in cui Brescia sarà capitale italiana della cultura - è l’ingegner Carlo Pagani, che mette nero su bianco, in un volumetto autoprodotto pubblicato da BamsPhoto Rodella, quella che definisce «un’idea progettuale che nessuno mi ha commissionato» sviluppata «in questi difficili giorni».

 

La sagoma (colorata) dell’anfiteatro, a nord della Loggia - Foto © www.giornaledibrescia.it
La sagoma (colorata) dell’anfiteatro, a nord della Loggia - Foto © www.giornaledibrescia.it

 

«L’affetto per l’antica mia città - spiega - mi ha aiutato a leggere il futuro di Largo Formentone come un pezzo di città nuova. È questo il senso del mio gratuito progetto». Nel dettaglio, Pagani immagina una «soluzione» per l’ampio slargo venutosi a creare con le demolizioni, tra la fine dell’Ottocento e il 1939, delle case che completavano il quartiere del Carmine nel tratto sud di via San Faustino, all’incrocio tra gli antichi corso degli Orefici e corso della Mercanzia (l’attuale corso Mameli), e che arrivavano a ridosso dell’edificio che racchiude lo scalone monumentale della Loggia.

Due gli edifici immaginati: a nord, in piazza Rovetta, un palazzo addossato all’ampia parete spoglia, costituito da due elementi - a est e a ovest - che serrano un corpo centrale. Apiano terra un ampio spazio pubblico, ai piani superiori uffici e aule. La facciata sud, verso largo Formentone, come un grande «portale» incorniciato da torri, «a rappresentare, con forza, il limes fra la città storica e il Carmine».

Pagani immagina di riempire anche il vuoto di largo Formentone, con un massiccio edificio ad andamento curvilineo disegnato sulla traccia delle abitazioni demolite nel 1939, a loro volta plausibilmente edificate sulla struttura di un antico anfiteatro. All’interno, un auditorium ed uffici comunali. Dopo la pensilina smantellata e il «cubo bianco» mai realizzato, la facciata-giardino e l’affresco (bocciato) di Grasso Caprioli, che «denunciano la totale assenza di un rapporto con il contesto e la sua storia», ora l’invito a pensare in chiave architettonica. Piaccia o no il progetto, il dibattito è riaperto.

 

 

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