Un Natale di speranza e tanta prudenza

Il messaggio scritto per il Giornale di Brescia da Pierantonio Tremolada, Vescovo di Brescia
TRA FEDE E SPERANZA
AA

Sia un Natale di responsabilità. Se mi chiedessero cosa mi aspetto da questo Natale direi così... Il momento domanda un’attenzione particolare, perché sia preservata una gioia che ha tutto il diritto di esprimersi.

Abbiamo bisogno di gustare il calore e la festa del Natale. L’abbiamo a lungo atteso per dare giusto slancio ai sentimenti e agli affetti più cari. La situazione, tuttavia, è seria e il ricordo di quanto patito è ancora troppo vivo: vite perdute e sofferenze pesanti. Se da una parte è fortissimo il desiderio di un ritorno alla normalità, soprattutto nelle relazioni, dall’altra permane un forte senso di incertezza. Occorre responsabilità. Non ansia, ma neppure disinvoltura.

La pandemia è ancora in corso, ci piaccia o no. Il virus difende se stesso e risponde agli attacchi mutando continuamente. E non perdona. La vita la si perde davvero. Chi ha dovuto benedire a suo tempo tante bare e urne cinerarie sa che non si tratta affatto di invenzioni o montature, e vorrebbe sinceramente sperare di non vedere più quello che ha visto. Occorre responsabilità. Il principio fondamentale che la coscienza ci consegna come obbligo morale è quello di non mettere in pericolo la vita altrui.

Andrebbe anche aggiunto il principio del rispetto per la vita propria, ma in ogni caso sul primo non si può transigere. Nessun convincimento personale giustifica il rischio che gli altri corrono entrando in contatto con noi. La libertà di coscienza e di pensiero non può essere rivendicata a prezzo della salute altrui. Si aggiunga che ora il pericolo si allarga ai più piccoli, e questo davvero diventa inaccettabile.

Il Natale cristiano è tenerezza e mansuetudine, è dolcezza e semplicità, virtù che discendono dalle altezze di Dio. La manifestazione di grazia che si compie in questi giorni conferisce a questi stessi giorni un’intensità particolare. Vi si respira un’atmosfera unica, che qualcuno ha definito magica. Sarebbe tuttavia un errore pensare che la tenerezza di Dio escluda la responsabilità dell’uomo.

La dolcezza del Natale domanda la cura per la vita, esige uno sguardo al contempo affettuoso e vigile, che mai si permetterà di violare il diritto dell’altro alla vita e alla salute. Chi si inginocchia davanti al Redentore deposto in una mangiatoia è chiamato a inchinarsi anche davanti al suo prossimo, soprattutto se piccolo, fragile e povero.

Difendere la vita altrui come la propria, salvaguardarne la dignità e la salute, è la regola che scaturisce dalla contemplazione del Cristo nato a Betlemme. Per chi crede questa è la via: la carità. Non ce n’è un’altra.

Nulla vale più di un volto umano: nessuna idea, nessun principio, nessuna convinzione, nessun ragionamento. Per questo occorre declinare il libero pensiero con la responsabilità sociale, il diritto personale con il bene comune. L’amore di Dio per l’uomo domanda l’amore dell’uomo per l’uomo. È il messaggio che scaturisce dal mistero di Natale cristiano. È anche - crediamo - l’appello che sorge dal profondo di ogni retta coscienza. Buon Natale di responsabilità.

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